Dove trova spazio la Spaxs. La banca di Passera
Così Passera “banchiere in proprio” vuol fare quel che le banche non fanno bene. Specializzazione su Pmi e digitale
Milano. La seconda vita di Corrado Passera come “banchiere in proprio” è cominciata a metà gennaio, quando si è presentato in Borsa con la sua Spaxs – all'epoca solo un veicolo finanziario con un progetto sulla carta – ottenendo massima fiducia dagli investitori (italiani ed esteri) che gli hanno offerto molti più capitali di quanti ne avesse chiesti. Così, con 600 milioni in tasca (il suo obiettivo iniziale era 400 ma le adesioni avevano raggiunto 1 miliardo), l'ex numero uno di Intesa Sanpaolo e Poste italiane si è messo al lavoro e in soli in tre mesi ha portato a termine l'acquisizione di Banca Interprovinciale (facendone la pietra miliare del suo progetto), ha costituito la squadra di manager (reclutati tra i piani alti di altre banche oppure scegliendo persone con ampia esperienza nel settore) e preparato un piano strategico, che è stato già sottoposto agli stress test della Banca d'Italia. Un percorso che ha addirittura anticipato la tabella di marcia e che dovrebbe concludersi a fine luglio con il via libera della Banca centrale europea di Mario Draghi alla nuova banca italiana, tutta digitale e specializzata in specifici segmenti. A quel punto toccherà all'assemblea dei soci della Spaxs (prevista per l'8 agosto, il 31 in seconda convocazione) approvare la business combination con Banca Interprovinciale e tenere a battesimo il nuovo istituto il cui nome è ancora top secret.
Considerato che tutto sembra filare liscio, Passera ha deciso che era tempo di presentarsi davanti alla comunità finanziaria per illustrare il piano strategico 2018-2023, attraverso il quale intende ripagare la fiducia degli investitori con un Roe (Return on equity) previsto del 25 per cento alla fine del periodo su un attivo totale di 7 miliardi e utili netti di 300 milioni. Sono numeri da start up digitale? A Passera l'accostamento con settori a elevato potenziale di crescita non dispiace affatto. “Quella che vogliamo costruire è una banca completamente nuova nel panorama italiano, con un modello di business innovativo e che speriamo sia utile al paese”, ha detto il banchiere durante la presentazione che si è svolta il 20 luglio nella sede milanese di Boston Consulting – Ci concentreremo in settori molto grandi e non sempre serviti adeguatamente come il credito alle pmi, i non performing loan e i servizi di banca diretta alle famiglie”.
Chi si aspettava che ci potessero essere ulteriori target nel mirino di Spaxs, per realizzare un disegno di aggregazione nel settore bancario, è rimasto deluso. “Non ci saranno altre acquisizioni oltre a quella di Banca Interprovinciale, che faremo crescere investendo completamente i capitali che abbiamo raccolto”, ha sottolineato Passera, che con la sua squadra (Andrea Clamer, Enrico Fagioli Marzocchi, Carlo Panella e Francesco Mele), ha le idee ben chiare su come affrontare questa nuova sfida da imprenditore, dopo aver ricoperto ruoli apicali in grandi gruppi e guadagnato credibilità sui mercati internazionali senza però riuscire a mettere la sua esperienza al servizio del salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, in cui sono prevalse altre logiche. Ora è il momento di provare una nuova strada. “Quattro forze stanno trasformando il settore bancario – ha detto Passera, che della nuova banca sarà l'amministratore delegato – tecnologie digitali sempre più evolute, nuovi entranti, regolamentazioni più stringenti e politiche monetarie. In questo panorama le banche generaliste piccole e medie sono perdenti e i grandi gruppi hanno i bilanci appesantiti da crediti deteriorati. Le banche specializzate diventano il nuovo paradigma”.
Il modello di business della nuova banca si basa su tre divisioni sinergiche tra loro per i quali sono stati già delineati precisi obiettivi nell'ambito del piano strategico. La prima divisione è rappresentata da impieghi alle piccole imprese ad alto potenziale ma con una struttura finanziaria non ottimale e con rating basso o senza rating (1,4-1,7 miliardi nel 2020 che arriveranno a 3,7 miliardi nel 2023). In questo comparto è incluso il segmento cosiddetto Utp, cioè aziende esposte con finanziamenti incagliati (la banca intende acquistare nell'intero arco del piano posizioni per 4,4 miliardi).
La seconda divisione è l'acquisto e la gestione di non performing loan corporate, assistiti da garanzia e senza garanzia (previsto investimento complessivo nell’arco del piano pari a circa 3 miliardi di euro di controvalore netto e la costituzione di un portafoglio di crediti non performing in gestione pari a 12 miliardi alla fine dei cinque anni). La terza è l'erogazione di servizi bancari digitali per la clientela retail ma anche corporate (in questo caso si punta ad acquistare almeno 200 mila clienti retail e depositi per 2,1 miliardi).