"Tutti gli imprenditori sarebbero felici di trasformare un contratto a tempo indeterminato"
Siamo preoccupati, non politicizzati. Parlano i big della Confindustria del nord, in collera con Salvini sul lavoro
La Liguria pesa per il 2,9 per cento del pil per oltre 48 miliardi di euro. Il sistema confindustriale conta 3.800 imprese con 200 mila dipendenti.
Giovanni Mondini non si ritiene – come anche l’associazione che rappresenta – un imprenditore politicizzato come invece sostiene Salvini rivolgendosi agli imprenditori italiani. “Non è una questione ideologica o politica, è una questione di contenuti e oggi soprattutto sui contratti a termine parliamo di uno strumento adottato da un ventennio almeno, che esiste in tutta Europa. La percentuale su tutti i contratti da lavoro dipendente si aggira sul 15 per cento in Italia, nella media europea. Metterlo in discussione è preoccupante. Ovviamente non mi addentro sulle stime d’impatto del decreto, si vedrà a posteriori. Ma le preoccupazioni emerse da molti potrebbero essere veritiere. Non ci vedo niente di politico a contestare un provvedimento per il quale si cerca di approntare miglioramenti. Molte industrie, in particolare in una situazione di ripresa economica ma senza troppe certezze sul futuro, devono ricorrere a strumenti come i contratti a tempo determinato, utili anche per i lavori a commessa. Lo stesso nome del decreto, dignità, dicono i nostri imprenditori, sembra suggerire l’idea che in questi anni abbiamo scherzato, che non sia mai stata rispettata la dignità dei lavoratori. E’ vero il contrario – dice Mondini – Un imprenditore è il più felice del mondo se può passare un dipendente da determinato a indeterminato. Sarebbero tutti felici di potere trasformare un contratto. Invece ci attribuiscono la volontà di nuocere. Che eliminando il tempo determinato si mantengano stessi ritmi di assunzione, e che diventino indeterminati, è un’illusione e ho paura che questo non avverrà”.
A riprova che non viene contestata alcuna forza politica, Mondini ricorda che la regione Liguria e anche il comune di Genova sono guidati da una coalizione di centrodestra, tra Forza Italia e Lega, con cui “ci si confronta a tutti i livelli e con tutte le categorie produttive”. Ma, tuttavia, non ravvisa lo stesso atteggiamento a livello nazionale. “Ci preoccupa in Liguria la situazione dell’Ilva e per capire come sarà le future azioni di governo aspettiamo la legge di Stabilità. Ci aspettiamo dalla Lega, come ultimamente sta facendo, che nella coalizione di governo difenda le grandi opere a livello nazionale in quanto strategiche per tutti i territori”.
Giovanni Mondini, presidente Confindustria Genova