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I Cir ripristineranno la fiducia delle famiglie italiane nell'Italia?

Mariarosaria Marchesano

Dall'introduzione dell'euro famiglie e imprese hanno ridotto di 290 miliardi gli investimenti in titoli del debito pubblico. Il governo vuole cambiare marcia. Analisi di Deutsche Asset&Wealth Management 

Milano. Non sono gli investitori esteri i più diffidenti nei confronti dell'Italia ma gli stessi italiani. Quanto emerge a sorpresa da un'analisi di Dws (Deutsche Asset & Wealth Management), sembrerebbe smentire il paradigma su cui si basa il governo quando parla di attacchi di tipo speculativo al nostro paese da parte di operatori di mercato. Una preoccupazione talmente forte da indurre la Lega a elaborare una proposta di legge per l'introduzione di un nuovo strumento – i Cir, Conti individuali di risparmio – che provocando di fatto un travaso dei titoli del debito pubblico sulle famiglie italiane, avrebbe come effetto di ridurre il peso degli investitori esteri in questo settore e la loro capacità di mettere sotto pressione l'Italia manipolando lo spread (questa è la convinzione all'interno dell'esecutivo). E dal differenziale tra i rendimenti dei Btp italiani e quelli tedeschi, come sappiamo, dipende anche la stabilità della Borsa, che ha perso progressivamente terreno negli ultimi 90 giorni. Come stanno effettivamente le cose? L'analisi di Dws dimostra come le posizioni sui titoli di Stato italiani di vari gruppi di investitori siano cambiate negli ultimi anni rispetto all'introduzione dell'euro.

  

Gli investitori esteri hanno aumentato le loro posizioni di 373 miliardi

Un’analisi di come gli investitori abbiano effettivamente ridotto le proprie partecipazioni di obbligazioni italiane negli ultimi anni offre alcuni spunti interessanti che potrebbero essere alla base dei supposti "attacchi". Complessivamente, il debito pubblico italiano finanziato da obbligazioni è salito da 1.180 miliardi di euro a 1.995 miliardi. Di questo aumento, le banche centrali ne hanno acquistato 314 miliardi di euro, mentre le istituzioni finanziarie nazionali (soprattutto banche) ne hanno aggiunti 417 miliardi di euro. Gli investitori esteri, nel complesso, hanno aumentato le proprie posizioni di 373 miliardi di euro. Altri investitori italiani, quali famiglie e imprese, hanno invece ridotto le loro posizioni di 289 miliardi di euro.”Sembra quindi che i risparmiatori italiani, non gli investitori esteri, non si fidino del proprio Stato. Probabilmente hanno buone ragioni, e non solo politiche. Viene in mente la diversificazione del rischio”, conclude la ricerca di Dws. Gli argomenti che si potrebbero opporre a queste considerazioni sono diverse, compresa la riduzione dei tassi di interesse che ha reso molto meno conveniente l'investimento del risparmio in Btp rispetto al passato. In ogni caso, è proprio sul ridotto peso dei privati italiani nel mercato dei Btp che il governo vorrebbe agire offrendo, attraverso i Cir, un incentivo fiscale alle famiglie. Tutto da verificare ancora il percorso che questa ipotesi (per ora è una bozza di Ddl) dovrà fare per essere effettivamente recepita nella legge di Stabilità come nelle intenzioni del suo sponsor politico, Armando Siri.

  

Borse Ue in bilico tra mosse di Trump e banche centrali

Oggi le Borse europee sono poco mosse, mentre gli investitori continuano a interrogarsi sulle future iniziative del presidente americano Donald Trump dopo che, nei giorni scorsi, ha minacciato di tassare tutte le merci provenienti dalla Cina. Trump ha anche preannunciato che il Giappone sarà il prossimo obiettivo sul commercio internazionale. In Europa oggi si riuniscono i responsabili del commercio europeo e di quello americano per tentare di mettere a punto una bozza su un ipotetico accordo. Le Borse si interrogano inoltre sulle future azioni delle principali banche centrali mondiali, nell'attesa del meeting di questa settimana del consiglio direttivo della Bce e a fine settembre del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve. Quest'ultima è osservata speciale, soprattutto dopo il dato reso noto venerdì sul rialzo dei salari, che potrebbe esercitare pressioni inflazionistiche.

  

Unicredit nelle mirino dei francesi?

A Piazza Affari le banche sono in rialzo, con Unicredit sotto la lente, dopo le recenti indiscrezioni di un possibile interesse da parte di Socgen, interessata anche alla partecipazione dell'istituto in Mediobanca. 'Non credete alle voci, ma ai fatti e alle decisioni', ha detto il ministro delle Finanze della Francia, Bruno Le Maire. E il presidente dell'istituto di credito italiano, Fabrizio Saccomanni, non ha commentato le indiscrezioni ma ha dichiarato che nel nuovo piano triennale 2019-2021 Unicredit “valuterà le opzioni al momento”. Sempre Saccomanni non ha escluso una crescita per linee esterne con un'aggregazione. Telecom Italia balza in avanti nel giorno in cui si riunisce il consiglio di amministrazione, chiamato ad analizzare il tema delle aste per il 5g. Il meeting sarà anche l'occasione per un confronto tra i membri nominati dal fondo Elliott e quelli indicati da Vivendi, dopo le recenti critiche del gruppo francese all'operato del board. Perde quota St, che lascia sul terreno l'1,8 per cento. Fuori dal paniere principale, Astaldi registra una delle performance peggiori (-2,5%), dopo il taglio del rating da parte di Fitch da B a CCC-.

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