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Nuove tensioni tra America e Cina. Le Borse europee le ignorano

Mariarosaria Marchesano

La nuova ondata di dazi contro la Cina è in linea con le attese e non sconvolge Wall Street. Gli analisti spiegano perché in Europa il comparto dell'auto e i titoli bancari italiani godranno del vento favorevole dei mercati

Milano. A conclusione di una lunga serie di indiscrezioni sui media e di tweet, ieri sera il presidente americano Donald Trump ha dichiarato che a mercati chiusi ci sarebbe stato un annuncio in materia di dazi. Ma nonostante ciò, Wall Street ha reagito meglio del previsto, dopo lo scivolone di inizio settimana, e le Borse europee stamattina hanno aperto tutte in positivo con Piazza Affari che beneficia ancora della lenta stabilizzazione dello spread tra titoli di stato italiani e tedeschi. Le quotazioni di oggi lo danno intorno a 230 punti, in linea con la chiusura di martedì 18 settembre. Si evidenziano, in particolare, i titoli della Galassia Agnelli (Fca per i dati sulle immatricolazioni e Ferrari sull'onda del nuovo piano industriale), che però hanno ancora molta strada da fare prima di recuperare il terreno perso da luglio scorso dopo la scomparsa improvvisa di Sergio Marchionne.

 

Botta e risposta Trump-Pechino. Ma c'è molta strategia

Il tema delle tensioni internazionali sul fronte commerciale, però, è tutt'altro che esaurito. Per capire come si sta evolvendo la situazione è utile ricostruire la giornata americana di ieri. Come evidenzia Giuseppe Sersale, lo strategist di Anthilia sgr nei suoi “Lampi di colore” quotidiani, le misure rese note a Wall Street dopo la campana, hanno grosso modo confermato le attese della vigilia. I beni colpiti che vengono importati dalla Cina ammontano (nonostante alcune esclusioni dell'ultimo minuto) a circa 200 miliardi, e le aliquote, elevate dal 24 di settembre, sono del 10 per cento, ma diventeranno del 25 per cento da gennaio 2019, nel caso non si facciano passi avanti seri sul fronte delle negoziazioni. Il comunicato ha chiarito che l'amministrazione statunitense resta aperta alle trattative e spera di incontrare la delegazione cinese la prossima settimana. Il punto, però, dice Sersale è che “i dazi hanno il solo scopo di ottenere dalla Cina un cambio di atteggiamento, ma la percezione è che finora il governo di Pechino non si sia dedicato abbastanza a questo compito. Così Trump ha aggiunto che, se la Cina reagirà, darà immediatamente ordine di elaborare dazi sui restanti 267 miliardi di beni non ancora tassati”. Alla fine, la reazione cinese (dettagliata nel primo pomeriggio europeo di ieri) è stata meno aspra delle attese. Le autorità hanno dichiarato di non aver altra scelta che reagire, e a stretto giro sono stati confermati i dazi su 60 miliardi di dollari di importazioni americane. “L'impressione che ho è che sia evidente il tentativo di spingere i cinesi a cedere qualcosa in tempi brevi, in altre parole prima delle elezioni di medio periodo. Infatti, la messa in atto di queste misure è stata assai rapida, diversamente da quelle implementate a luglio che entrarono in vigore oltre 6 settimane dopo la fine del dibattimento pubblico. La reazione cinese, per contro, mi sembra volta a salvare la faccia, cercando di compromettere il meno possibile la ripresa delle negoziazioni”, conclude Sersale.

 

Previsioni positive sui mercati fino alla fine di ottobre

Che tipo di impatto può avere questa situazione sui mercati europei? Antonio Cesarano, strategist di Intermonte spiega in una nota che l’inasprirsi della guerra commerciale Usa-Cina, “rende più verosimile che Trump possa puntare ad una chiusura della disputa con l’Europa con cui sono già avviati i negoziati”. In altri termini, il presidente americano potrebbe puntare ad una campagna elettorale in cui il “nemico” unico da combattere e su cui far confluire gli alleati sarebbe la Cina. Cesarano cita le parole del segretario al commercio Usa, Ross: “Europe and Japan have joined Us in Wto consultation process, this has brought us closer to these major allies”, che, tradotte suonano pressappoco così: “L'Europa e il Giappone si sono uniti a noi nel processo di consultazione nel Wto, il che ci ha avvicinato a questi grandi alleati”. Sul fronte valutario, nel brevissimo periodo la guerra commerciale Usa-Cina sta portando ad un deprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro, in vista del fatto che le tensioni commerciali potrebbero erodere la crescita americana mondiale, portando ad un atteggiamento più morbido della Fed in tema di rialzo tassi. Al momento, superato il botta e risposta tra Trump e Pechino, l’attenzione si sposta sulla riunione della Fed prevista per il 26 settembre, ed in particolare sul discorso di Jerome Powell. “In conclusione – dice Cesarano – si può confermare l’ipotesi di un positivo andamento tendenziale fino a circa metà/fine ottobre. Il focus sarà soprattutto sul settore finanziario italiano (grazie a spread più favorevole) e su quello auto (grazie a minore probabilità di dazi Usa sul comparto), ossia i due settori peggiori degli ultimi tre mesi”.

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