Giovanni Pitruzzella (foto LaPresse)

Consigli non richiesti per l'identikit del prossimo capo dell'Antitrust

Mariarosaria Marchesano

Gli esperti vorrebbero un “amico del mercato e indipendente dalla politica”. Ma le nozze Fs-Alitalia sono un cattivo presagio

Milano. La partita per la presidenza dell’Antitrust si è aperta ufficialmente il 14 settembre, quando sui siti della Camera e del Senato è comparso l’avviso per inoltrare le candidature. Così, il successore di Giovanni Pitruzzella sarà nominato “d’intesa” dal presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), e dal presidente della Camera, Roberto Fico (M5s), i quali hanno messo a disposizione le loro caselle di posta elettronica per accogliere le domande.

  

Se questo è l’iter ufficiale, nella realpolitik si è sempre trattato di trovare un nome gradito a entrambi i vertici delle Camere. I veterani dell’ambiente raccontano che nel passato le trattative non sono mai andate troppo per le lunghe, ma oggi la nomina del garante della concorrenza cade in un clima particolarmente teso. Dopo le dimissioni del presidente della Consob, Mario Nava, su pressing del governo, c’è la percezione che se il M5s dovesse indicare chi guiderà l’organo che vigila sui mercati finanziari, la Lega avrebbe voce in capitolo sull’Antitrust. Se le cose stessero così, Casellati e Fico dovrebbero ricevere presto “indicazioni” da Matteo Salvini, il che rappresenterebbe un’interferenza non da poco con il loro poteri. Volendo, invece, riportare il discorso su un piano istituzionale e delle competenze, quali caratteristiche dovrebbe avere il successore di Pitruzzella? L’associazione Antitrust presieduta dal giurista Alberto Pera, ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato in cui viene tracciato un profilo. “Pensiamo che il prossimo presidente dell’Agcm debba essere una personalità indipendente dagli schieramenti politici, con grandi competenze in tema di concorrenza ed esperienze maturate in contesti internazionali, ma soprattutto che sia convinto del ruolo chiave che un equilibrato assetto concorrenziale del mercato riveste nella crescita economica”, dice Pera al Foglio. Il 18 settembre, l’associazione Antitrust ha promosso all’Università Bocconi un incontro tra giuristi ed economisti, anche di altre università milanesi, per fare il punto sull’ultima relazione dell’Authority. Ne è emerso che Pitruzzella ha tracciato una linea di confine con il passato: la sua presidenza è stata caratterizzata da un irrobustimento della politica sanzionatoria con multe alle imprese pari a 1,5 miliardi di euro, un terzo delle sanzioni uscite dall’Antitrust in 27 anni. Non solo. Ha anche detto apertamente che i giganti della Rete, come Google e Facebook, vanno controllati e che è corretto fargli pagare il copyright, tema su cui il M5s ha un orientamento opposto. “Non c’è dubbio che in un’economia in grande trasformazione, la gestione dei dati, l’e-commerce, le telecomunicazioni e i media siano i settori più complessi da presidiare – prosegue Pera – Per questo alla guida dell'Antitrust ci vuole un ‘avvocato della concorrenza’”.

 

Infine è interessante osservare che il prossimo presidente Antitrust, a marchio gialloverde, dovrà confrontarsi con un gruppo anomalo a cui il governo vorrebbe dare vita: le ferrovie con le ali, una unione tra Ferrovie dello stato e Alitalia. L’amministratore delegato di Fs, Gianfranco Battisti, ieri si è proposto per procedere alle nozze. Ma è un matrimonio che un garante per la concorrenza, con l’identikit descritto, farebbe fatica a celebrare. “Portare l’Alta Velocità dentro Fiumicino o dentro Malpensa e collegare l’asse trasversale del paese fino a Venezia, Milano, Brescia, Verona, Vicenza sarebbe fantastico e come pure Malpensa fino a Roma – ha detto Battisti – E lo stesso Fiumicino con Firenze, Pisa con Bologna. Sono tutte sovrapposizioni che porterebbero efficienza industriale in maniera molto significativa”. In altri termini, per l’ad di Fs sarà possibile, anzi necessario, investire e migliorare la rete, che è di Rfi, il gestore dell’infrastruttura, al fine di ottenere vantaggi per la sua compagnia e per Alitalia. Sarà questo il primo problema del prossimo capo dell’Antitrust?