Il riscatto di Piazza Affari nonostante lo spread
L'incertezza generale sui conti pubblici non pesa sull'avvio della Borsa, ma il differenziale Btp-Bund resta a livelli di guardia. Oggi Tria incontra i commissari europei, mentre inizia il dimezzamento del Qe
Milano. Una fiammata in apertura poi in lieve discesa, ma sempre a livelli di guardia (sotto i 280 punti base). Lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi continua a essere minaccioso nel primo giorno di contrattazioni dopo il tonfo di Piazza Affari di venerdì scorso. Stamattina il listino milanese sembra non curarsene ed è positivo nelle prime ore di negoziazione (va meglio anche delle altre Borse europee che beneficiano del nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Canada che preserva un'area di libero scambio che vale 1200 miliardi di dollari). La novità di oggi è che gli investitori di Borsa sono alla ricerca di un riscatto ma questo va di pari passi con il permanere di un clima generale d'incertezza sui mercati finanziari di fronte al nuovo quadro di finanza pubblica dell'Italia. Così l'attenzione si sposta sulla qualità della manovra economica in attesa che vengano ufficializzati tutti i contenuti della nota di aggiornamento del Def che fissa al 2,4 per cento il rapporto deficit-pl.
Stime di crescita economica eccessive per Bruxelles
Una scelta, quella del 2,4 per cento, che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, dovrà spiegare ai commissari europei, Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, che incontrerà nelle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin in programma tra oggi e domani. In un'intervista al Sole 24Ore pubblicata ieri, Tria smentisce di aver mai minacciato le dimissioni e promette una discesa del debito/pil di un punto l'anno per i prossimi tre anni, grazie a una crescita economica dell'1,6 per cento nel 2019 e dell'1,7 per cento nel 2020. Le stime appaiono tuttavia piuttosto generose rispetto alle previsioni circolate fino ad oggi, anche se queste ultime non tengono conto del possibile effetto dello stimolo fiscale annunciato. Anche Bruxelles ritiene eccessivamente ottimistiche le stime di crescita fornite dal ministro e, prosegue il quotidiano di Confindustria, c'è la possibilità concreta di una bocciatura ufficiale della manovra a novembre. Per i btp si preannuncia dunque una nuova difficile seduta (tasso decennale al 3,20 per cento) dopo l'incremento dei rendimenti di venerdì (3,13 per cento), proprio nel giorno in cui, con l'inizio del mese di ottobre, la Bce procede al dimezzamento dell'importo mensile degli acquisti di titoli di stato (il così detto Quantitative easing) a 15 miliardi rispetto ai 30 miliardi dei mesi precedenti.
Da oggi dimezzati gli acquisti della Bce di titoli di stato
Su questo fronte si apre una nuova fase soprattutto per le banche italiane, particolarmente esposte alle oscillazioni dello spread per il fatto di avere in portafoglio diverse centinaia di miliardi di debito pubblico. L'ex premier ed economista Mario Monti, in un suo intervento sul Corriere della Sera di domenica, introduce un nuovo elemento di riflessione sulla fine del Quantitative easing. Monti spiega che la Bce non lascerà da soli gli stati di fronte al venir meno degli acquisti dei propri titoli di debito pubblico. I paesi bisognosi di un sostegno potranno richiedere alla Banca centrale l'attivazione di uno strumento di finanziamento creato nel 2012 e che nessuno stato ha finora richiesto: l'Omt (Outright monetary transaction), che equivale all'acquisto di obbligazioni a breve termine. Attenzione, però, avverte Monti, per potersene avvalere, lo stato deve essere in regola con le norme e gli impegni europei in tema di conti pubblici. Con la manovra che prevede un rapporto deficit-pil al 2,4 per cento, l'Italia ha scelto di non rispettare questi impegni e, quindi, ne deduce Monti, ha scelto di non avvalersene. Lo avrà fatto consapevolmente?
Dati macroeconomici attesi
Sul fronte macro, sono in agenda stamane le indagini congiunturali di settembre sul manifatturiero europeo. Per l'Italia, le attese degli economisti sono per un lieve recupero dell'indice Pmi a 50,4 da 50,1 di agosto (quando l'indice toccò il minimo da due anni). Per il Pmi manifatturiero dell'intera zona euro, è prevista una conferma della lettura preliminare a 53,3 dal 54,4 di agosto.