La Borsa reagisce alla manovra. Spread sotto i 300 punti
Il rispetto dei tempi per l'invio del progetto di Bilancio alla Commissione concede un po' di sollievo ai mercati. Ma dietro le quinte restano i timori di uno scontro tra Roma e Bruxelles
Milano. L'approvazione della manovra economica, corredata dal decreto fiscale, e il suo invio alla Commissione europea nei tempi dettati dall'agenda toglie una parte della cappa d'incertezza dall'orizzonte degli investitori e concede un po' di respiro ai mercati nell'avvio di seduta di oggi. Lo spread con i titoli di stato tedeschi è sceso sotto i 300 punti base e questo influisce positivamente su Piazza Affari: nelle prime due ore di contrattazioni il Ftse Mib sale dell'1,2 per cento in un quadro di Borse europee ben più contrastato, sulla scia di altre tensioni internazionali. Gli osservatori di mercato avvertono, però, che potrebbe trattarsi di un rimbalzo assolutamente fisiologico, dopo le vistose perdite delle ultime settimane, in particolar modo dei bancari, e che dietro le quinte si respiri in realtà un clima di attesa dettato dalle incognite che potranno nascere dal confronto sul testo programmatico deliberato dal governo con la Commissione europea, che ha 15 giorni di tempo per sollevare eventuali obiezioni. E' chiaro che l'attenzione odierna sarà tutta concentrata sull'esame nel merito della manovra varata ieri sera e che sembra penalizzare soprattutto banche e assicurazioni. Dunque, quella di oggi non può essere considerata una sentenza dei mercati, la cui reazione dovrà essere misurata in un periodo più lungo.
Le rassicurazioni di Tria non sembrano sufficienti
La manovra per il 2019 contiene misure per circa 37 miliardi di euro tra riduzioni di tasse e maggiori spese. L'aumento del deficit al 2,4 per cento, dall'1,2 per cento tendenziale, assicura un flusso pari a 22 miliardi, mentre le coperture garantiscono i restanti 15 miliardi. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nella conferenza stampa di ieri sera, in cui è apparso accanto ai vice ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte, ha colto l'occasione per dire che non ha alcuna intenzione di dimettersi e ha mostrato ottimismo sull'esito del dialogo con la Commissione europea che nelle scorse settimane ha criticato le misure annunciate, in particolare il mantenimento del deficit strutturale all'1,7 per cento nei tre anni. Inoltre, l'ufficio di bilancio del Parlamento, e non solo, ha avuto modo di sottolineare come le proiezioni sul pil siano troppo ottimistiche. Insomma, ci sarebbero gli elementi per una deviazione dal percorso di risanamento dei conti pubblici indicato a livello europeo a tutti i paesi sovrani, ma che dovrebbe essere particolarmente stringente per quelli più indebitati come l'Italia.
Se il futuro vede lo spread a 400 punti
In realtà, è questo a preoccupare più di tutto la comunità finanziaria internazionale come ha spiegato il gruppo d'investimenti Fidentiis in una ricerca pubblicata ieri in cui ritiene che questa manovra renda concreto “il rischio di contenzioso con l'Unione europea e, soprattutto, rende l'Italia un punto debole nei mercati finanziari poiché la probabilità di una crisi del debito aumenta se la crescita del pil non rispetta le aspettative”. Inoltre, gli analisti di Ig Market confermano uno scenario futuro con uno spread a 400 punti base (o poco sotto) guidato proprio dalla prospettiva di crescenti tensioni tra Bruxelles e Roma. Un valore, questo, scrivono gli analisti, emerso anche dalle considerazioni arrivate dal ministro Tria e da altri esponenti governativi. “Nonostante il livello alto, non vediamo rischi di instabilità a questi livelli. Le banche potrebbero perdere un altro 20 per cento in Borsa e il FtseMib potrebbe tornare verso area 16.000 punti”. Praticamente i livelli del 2016.