La fatturazione elettronica che non ci sarà
Proteste delle imprese e ritardi di Sogei: rinvio scontato. Ballano due miliardi
Più che una speranza, è un tentativo di autoconvincimento. “La scadenza è difficile, certo. Ma serve da sprone, per spingere tutti a dare il massimo”. Così dicono i grillini quando gli si chiede l’introduzione della fatturazione elettronica. Il gran debutto è fissato a gennaio 2019: e se gli uomini di governo della Lega non nascondono che “sarà quasi impossibile partire in tempo”, nel M5s si dicono tutti convinti del fatto che “non ci saranno rinvii”. E però pure ammettono che ci sono “forti e continui proteste da parte delle associazioni di categorie: gli imprenditori, specie i piccoli, non sono pronti, e bisognerà tenerne conto”. Specie a ridosso delle elezioni europee. “Ci sono anche problemi col software”, aggiungono.
Quello elaborato da Sogei per effettuare le fatture elettroniche non va bene, al momento, perché non permette di accedere automaticamente al database. Di fatto, ogni volta bisogna reinserire tutti i dati di compratore e venditore, come se fosse la prima. “Inaccettabile”, per i grillini, che infatti hanno ingaggiato una dura battaglia coi tecnici di Sogei. Ma si riuscirà a sistemare la app di qui a gennaio, convincendo intanto anche gli imprenditori riottosi? “Certo che sì”, è la risposta d’ordinanza. E del resto obbligata, dacché dal recupero dell’evasione legato alla fatturazione elettronica si conta d’incassare – secondo le stime elaborati dal governo Gentiloni e accolte anche nel Def gialloverde – ben due miliardi. Un pronostico che leghisti e grillini, sono concordi nel definire “molto ottimistico”. “E dunque è impensabile che non si riesca ad avviare il tutto a inizio 2019”. Esercizio motivazionale apprezzabile, ma forse vagamente rischioso, quando si devono far tornare i conti.