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Adesso Di Maio si accorge che lo spread fa male alle banche

Maria Carla Sicilia

Secondo Padoan il vicepremier "si è svegliato troppo tardi". Ma ai giornalisti il capo politico del M5s dice: “Teniamo sotto controllo gli istituti di credito”

L'altalena dello spread e la prospettiva di una manovra che aumenta il debito pubblico è un rischio per il sistema bancario italiano e specialmente per le banche più esposte sui titoli di stato. Di questo sembra essersi accorto anche Luigi Di Maio. “Per ora teniamo sotto controllo gli istituti di credito – ha detto ai giornalisti che gli chiedevano se Mps fosse motivo di preoccupazione per il governo – Stiamo monitorando la situazione. Faccio presente, ovviamente con la dovuta scaramanzia, che siamo anche sotto i 300 punti di spread oggi”. La scaramanzia tuttavia non ha funzionato e alla chiusura della Borsa il differenziale tra i titoli di stato italiani e tedeschi ha raggiunto quota 303, con i titoli bancari in perdita. 

     

Il Monte dei Paschi è probabilmente la banca che risente di più del rischio politico italiano, dal momento che è di proprietà del Mef (il Tesoro controlla il 70 per cento del capitale dal luglio 2017) e ha in pancia 21,6 miliardi di titoli di stato verso i quali aveva aumentato l’esposizione (più 18 per cento), secondo un report di Equita Sim. 

  

"Penso che su Montepaschi Di Maio si sia svegliato troppo tardi, di guai ne ha già procurati tanti", ha commentato oggi, durante il congresso regionale della Fisac Cgil a Siena, l'ex ministro Pier Carlo Padoan. L'iniezione di capitali avviata nel 2017 punta alla ristrutturazione di Mps in cinque anni. Ma come ha avvertito Padoan, l'operazione "rischia di non essere completata per ragioni che vanno al di fuori dei meccanismi di gestione, sui quali mi sembra ci si stia comportando bene". Come ha spiegato anche il segretario nazionale della Fisac Cgil, Agostino Megale, "indubbiamente questa situazione generale dello spread pesa sulle banche e a maggior ragione su Mps" e tra tutti, a dover essere più prudente, è proprio il governo. "Attenzione a chi nella politica immagina che sparare contro le banche o contro Mps porti consensi e voti. Nel breve termine può avvenire – ha avvertito Megale - ma poi a pagare sono i correntisti e i risparmiatori, con l'aumento dei tassi di interesse dei mutui e le banche che vanno in difficoltà".