Borsa in calo, mentre Draghi va in pressing su Tria
Oggi la Commissione Ue diffonde le previsioni d'autunno. Per il 2019 si attende una crescita all'1 per cento rispetto all'1,5 indicato dal governo. E Savona chiede più investimenti pubblici
Milano. Stamattina il Ftse Mib ha virato in negativo dopo un avvio che era stato al rialzo insieme con le altre Borse europee e a Wall Street. Si attende che la Commissione europea diffonda le previsioni di autunno sulla crescita economica dei paesi dell'area e i principali aggregati di finanza pubblica. Questi dati sono considerati particolarmente importanti dai mercati finanziari poiché costituiscono la base per la valutazione delle leggi di bilancio dei singoli paesi membri su cui verrà formulata un'opinione entro fine mese. E nel caso dell'Italia, le previsioni saranno indicative del giudizio che sempre la Commissione darà della manovra del governo gialloverde. E' probabile che la stima di crescita per il 2019 sarà intorno all'1 per cento, lo 0,5 per cento in meno rispetto a quanto indicato da Roma. Oggi lo spread ruota intorno a 293 punti base.
Pressing di Draghi su Tria, ma Savona non ci sta
Dalle riunioni che si sono tenute nei giorni scorsi a livello europeo, è emersa una posizione di netto isolamento dell'Italia rispetto agli altri paesi dell'Unione sul tema dell'equilibrio dei conti pubblici. Secondo l'agenzia Reuters, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, avrebbe detto al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che l'alto debito pubblico italiano richiede un grado di disciplina fiscale che va anche oltre le regole dell'Ue. Questo vuol dire che il governo Conte dovrebbe produrre una legge di Bilancio che vada in direzione opposta a quella messa a punto finora. Nei numeri, significa che invece di aumentare il deficit al 2,4 per cento rispetto al pil per il 2019, sarebbe opportuno ridurlo anche più di quanto si aspetta Bruxelles. Ma al momento appare improbabile una mediazione su questo terreno. In un'intervista a "Panorama" il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, afferma che l'Italia potrà uscire dalla tempesta proprio grazie a questa manovra economica: "Posso garantire che lo schema logico sottostante e le decisioni pratiche aiuteranno l'Italia", ha detto Savona. Secondo il ministro lo stato spende il 2,4 per cento in più dello scorso anno – circa 40 miliardi di euro – e anche la domanda aggregata crescerà. Chi sostiene che la manovra non consentirà una crescita aggiuntiva dello 0,5 per cento nel 2019, deve "aver studiato su libri di economia rari, di cui è difficile procurarsi copia". Ma Savona concorda sul fatto che sarebbe preferibile ci fossero più investimenti: "Questa deve essere la sfida politica del governo: se riusciamo a portare la crescita degli investimenti all'1 per cento nel prossimo anno e al 2 nel successivo biennio, si potrà crescere ancora di più, riassorbendo il costo delle spese sociali e accelerando la riduzione del rapporto debito pubblico/pil", ha concluso.
Precipita Tod's su dati trimestrali deludenti
A Piazza Affari cade Tod's, che torna ai livelli di novembre 2016 dopo i dati sui ricavi trimestrali poco convincenti accompagnati da prospettive per l'ultimo periodo dell'anno piuttosto deludenti. Le azioni cedono il 10,6 per cento a 48,9 euro. Nei nove mesi del 2018 i ricavi sono diminuiti a 706 milioni di euro a cambi correnti (meno 2,2 per cento), mentre nel trimestre la flessione è stata di circa il 4 per cento a circa 229 milioni di euro. "Anche l'outlook è deludente sia sul fatturato che sui margini, e la società vede il consensus sfidante – sottolinea Equita –. Ottobre ha confermato il trend negativo
dei mesi precedenti, nonostante alcune collezioni speciali già nei negozi". Il management ha ricordato il clima eccezionalmente caldo ma ha anche ammesso che il rilancio necessita di più tempo e più investimenti. Equita ha tagliato a 52 euro il target di prezzo sul titolo (con raccomandazione "hold") e ha evidenziato la mancanza di segnali di miglioramento nell'andamento del business e la necessità di ulteriori investimenti. Anche Credit Suisse rileva la scarsa visibilità sul quarto trimestre e sull'intero 2019.