La Commissione Ue boccia la manovra
I commissari europei hanno rigettato il documento programmatico di bilancio italiano, ora si va verso la procedura di infrazione
[Articolo aggiornato alle 13.00] Era difficile immaginare un finale diverso, dopo le richieste di modifica inviate nei mesi scorsi da Bruxelles a Roma, puntualmente rigettate. Così, in mattinata, la Commissione ha ufficializzato la bocciatura del documento programmatico di bilancio italiano, al termine della riunione del collegio dei commissari. "Il passo che adottiamo oggi è la conseguenza logica e inevitabile della decisione presa dalle autorità italiane di non modificare le previsioni di bilancio", ha spiegato in conferenza stampa il commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici. "Il dialogo è stato autentico – ha aggiunto – e lo sarà sempre. Ci siamo incontrati con Giovanni Tria tantissime volte. Eppure le nostre domande e i nostri dubbi sulla crescita, il deficit e il debito persistono. Chi sarà a pagare il conto di questa spesa supplementare? Noi continuiamo a credere che questa manovra porti rischi per famiglie, imprese e contribuenti italiani". E' la prima volta che la Commissione respinge un documento programmatico di bilancio di uno stato membro.
Ufficiale è anche l'apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo, sulla base dell'articolo 126 comma 3 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Ad essere contestato non è il valore del deficit fissato in manovra, pari al 2,4 per cento nel 2019, ma il rapporto tra il debito e il pil italiano che secondo le previsioni della Commissione europea non vedrà alcuna riduzione: Bruxelles prevede anzi che il debito resti intorno al 131 per cento del Pil nei prossimi due anni. "La nostra analisi di oggi suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato – ha detto il vicepresidente per l'Euro Valdis Dombrovskis – Concludiamo che l'apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata". “La manovra – ha continuato Dombrovskis – non contiene misure significative per stimolare la crescita, mentre negli ultimi anni l’Italia aveva fatto progressi nello stabilizzare la propria economia”. Pianificare altra spesa, in una situazione di debito eccessivo, mette in discussione la stabilità dei conti pubblici. “Ci chiediamo in che modo questa situazione possa aumentare la sovranità economica? Così sono convinto che si andrà verso ulteriore austerità e instabilità”, ha aggiunto.
L'Italia ha adesso due settimane di tempo per fornire delle risposte al giudizio della Commissione, che altrimenti disporrà l'apertura della procedura di infrazione. Ma giudicare dalle prime reazioni del governo, non sembrano esserci prospettive per un cambio di guardia.
Ecco cosa può fare ora Bruxelles per accelerare le sanzioni nei confronti dell'Italia
"Risponderemo spiegando nel dettaglio le riforme, contiamo sul fatto che ci lascino lavorare", ha detto Matteo Salvini commentando la notizia. "Mi sembrerebbe irrispettoso che arrivino sanzioni per una manovra di crescita. Tra un anno ne parliamo, ma no a pregiudizi. Noi nella manovra ci crediamo, non vado a sindacare nelle manovre degli altri paesi".
Per Conte invece la colpa non è del governo gialloverde. Secondo il premier, il mancato rispetto della regola sul debito si riferisce "al debito 2017, del precedente governo". Sabato Conte incontrerà Jean-Claude Juncker: "Confido sarà un confronto costruttivo – ha detto – rivedremo le rispettive posizioni e valuteremo come procedere. Siamo sempre convinti del nostro impianto di politica economica e sono disponibile a valutare con lui i passaggi successivi".