La Borsa non vede margini di trattativa sulla manovra e torna pessimista
Gli investitori ricominciano ad alleggerirsi soprattutto di titoli bancari. Ftse Mib in calo dell'1 per cento in avvio di seduta e spread in salita a 317 punti base
Milano. La fiducia riposta dagli investitori in un accordo tra Italia e Unione europea sulla revisione dei target della legge di Bilancio è durato un giorno, quello di ieri, in cui la Borsa è salita proprio quando il nostro paese incassava una clamorosa bocciatura. Ma oggi che si fa più nitido uno scenario di contrapposizione in cui non si vedono praticamente i margini di un'intesa, Piazza Affari ricomincia ad essere sommersa dalle vendite diventando il fanalino di coda tra i listini europei, che subiscono cali diffusi. L'indice Ftse Mib perde l'1 per cento nelle prime due ore di contrattazioni, con le banche che come sempre sono le più colpite, complice un nuovo rialzo dello spread (317 punti base) e il rendimento dei titoli decennali che è ormai stabile sopra il 3,5 per cento, segno che lo stato deve pagare interessi salati se vuole che gli investitori comprino i suoi titoli di debito.
Salvini gela i tentativi di mediazione
Intanto, per sabato prossimo è fissata la cena tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, da cui potrebbe emergere qualche novità. Le istituzioni di Bruxelles potrebbero anche decidere di dare ascolto alle (poche) voci di sostegno che vengono dal contesto internazionale alla scelte fatte dal governo italiano con la manovra economica (per esempio l'economista Ashoka Mody oppure l'ex direttore dell'Economist, Bill Emmott). Ma il fronte del dialogo che pure si è creato su insistenza del ministro del Tesoro, Giovanni Tria, viene quasi ogni giorno colpito dalle dichiarazioni dei due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi, Di Maio che, a turno, fanno capire che le concessioni che sono disponibili a fare sulla manovra non riguardano l'impalcatura fondata su reddito di cittadinanza e pensioni. Oggi Salvini, durante la trasmissione UnoMattina, ha continuato a mostrarsi incurante degli effetti sui mercati della politica fiscale del governo: “Lo spread viene deciso con un clic dall'altra parte del mondo. È chiaro che quello non è controllabile. Il presidente dell'Associazione bancaria italiana ha detto l'economia italiana è tra le più sane d'Europa e lo spread non corrisponde alla vita vera, all'economia vera del Paese. Qualcuno sta cercando di speculare, perché se sale questo famoso spread magari pensano che noi dobbiamo tassare i risparmi degli italiani”.
Dal flop del Btp Italia si vede la sfiducia della classe benestante
Ieri intanto si è chiuso il terzo giorno di vendita al retail del Btp Italia, il cui collocamento è stato un vero insuccesso con 863 milioni raccolti complessivamente (lo stesso tipo di asta ha raggiunto adesioni ben più elevate in passato). Hendrik Tuch, responsabile del mercato del reddito fisso di Aegon Asset Management, analizza brevemente quanto sta succedendo. “Il Btp Italia, indirizzato agli investitori retail, non si è rivelato essere l’ancora di salvataggio che il governo italiano stava cercando - spiega in una nota - In passato gli italiani più facoltosi si avvalevano del Btp Italia come alternativa ai tassi di interesse ben più bassi che percepivano sui depositi bancari. Ritengo che i cittadini più benestanti non siano esattamente entusiasti di alcune delle misure suggerite dall’esecutivo e che non siano troppo felici di vedere il crollo dei loro investimenti nelle banche del Paese. Il governo italiano dovrà trovare un piano credibile per una riduzione del debito nel lungo termine e la proposta fatta chiaramente non è un passo nella giusta direzione”.