La Borsa scommette sull'accordo con Bruxelles
Apertura positiva e spread in discesa. Savona fa pressing sul governo per cambiare la legge di Bilancio ma smentisce l'ipotesi di dimettersi. Crolla il prezzo del petrolio
Milano. Lo spread in discesa al livello di 300 punti base e la speranza di un accordo tra governo italiano e Unione europea sulla manovra economica fanno da trampolino di lancio al listino di Piazza Affari, che guadagna lo 0,9 per cento dopo le prime due ore di negoziazioni. La Borsa appare oggi ottimista sull'apertura di un dialogo con Bruxelles, ma tra gli investitori restano le preoccupazioni per il medio-lungo periodo. La domanda che si pone, in considerazione dell'imminente fine degli acquisti dei titoli del debito pubblico sovrano da parte della Bce e dopo l'asta flop del Btp Italia, è: chi comprerà i titoli di stato italiani nel 2019? Un quesito che, evidentemente, si è posto anche il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, il quale sta facendo pressing sul governo in questi giorni per cambiare la manovra, modificando completamente la sua posizione. Ma l'ipotesi di sue dimissioni, nel caso del mantenimento di una linea dura da parte dell'esecutivo, sono state smentite dal diretto interessato. Una schiarita, a questo punto, potrebbe arrivare solo dall'incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea, Jena Claude Juncker, che dovrebbe essere previsto per sabato.
Barclays: spread più alti in orizzonte di medio-lungo termine
Secondo gli analisti di Barclays, citati dall'agenzia di stampa Radiocor, "i mercati hanno già largamente scontato una bocciatura del bilancio italiano, ma il sentiment di mercato potrebbe essere ulteriormente destabilizzato se si aprisse una procedura di infrazione". Le attese della banca inglese propendono per una soluzione mediata in cui "il governo italiano cercherà di raggiungere un equilibrio tra la necessità di mantenere un atteggiamento di confronto con le istituzioni europee in vista delle elezioni del prossimo anno, evitando al tempo stesso uno scontro che potrebbe portare a crescenti pressioni sui costi di finanziamento del debito pubblico". Secondo UniCredit il calo di ieri registrato dallo spread BTp/Bund è stato, invece, "probabilmente il risultato di un'attività di copertura, poiché l'incertezza sulla decisione della Commissione europea è diminuita". Le attese sono che tra oggi e domani lo spread si stabilizzi in un range tra 290 e 320 punti base. "In un orizzonte a medio termine – afferma UniCredit – continuiamo a vedere il rischio di spread più ampi una volta che la Bce avrà terminato il suo Qe, anche considerando che l'Italia dovrà affrontare un maggior fabbisogno di finanziamento all'inizio del prossimo anno".
Amundi: così Trump ha fatto crollare il prezzo del petrolio
Intanto, si registra un nuovo calo del prezzo del petrolio il cui valore in 40 giorni è diminuito quasi di un terzo (Brent sotto i 62 dollari e Wti sotto 54 dollari). Il crollo, secondo un report della casa d'investimento Amundi, è legato "al cambiamento radicale della posizione dell’amministrazione di Donald Trump sulle sanzioni in Iran". Riassumendo, le cose sarebbero andate così: le preoccupazioni riguardanti l’interruzione delle forniture in Iran e in Venezuela si sono a un certo punto dissolte dopo l’annuncio del presidente americano di deroga dalle sanzioni per otto Paesi. Questo avrebbe spianato la strada a un aumento delle esportazioni del petrolio iraniano nel breve termine. Inoltre, la produzione non-Opec è aumentata a ottobre di 127.000 barili al giorno, esercitando delle pressioni ribassiste sui prezzi. Ultimo fattore, questa settimana l’Opec ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla domanda di petrolio nel 2019 che dovrebbe rallentare ancora più rapidamente del previsto. Così, da un’ipotesi di offerta insufficiente si è passati rapidamente a un’offerta potenzialmente in eccesso nel 2019, e questo rovesciamento di fronte ha causato un crollo "spettacolare" del prezzo del petrolio. "I mercati hanno probabilmente reagito in modo eccessivo ai recenti sviluppi politici e ai rapporti dell’Opec, per cui noi prevediamo che nei prossimi trimestri il Brent si manterrà al di sopra dei 70 dollari", conclude Amundi.