Altalena Piazza Affari
Gli investitori sospendono il giudizio in attesa di un quadro più chiaro sulla manovra. Il Ftse Mb oscilla in modo anomalo tra il segno più e il segno meno in avvio di seduta. Spread a 294 punti
Milano. Si potrebbe considerare un giudizio sospeso quello dei mercati finanziari nei confronti dell'Italia. Dopo qualche giorno in cui sembrava tornata una certa fiducia (anche se il listino milanese ha veramente brillato solo nella seduta di lunedì 26 novembre grazie anche allo spread in deciso calo), ora la situazione è di nuovo incerta con il Ftse Mib che oscilla - in modo anomalo - tra il segno più e quello meno, all'insegna della massima volatilità. Stamattina le Borse europee hanno aperto tutte in positivo con l'unica eccezione di Piazza Affari, che sembrava tendere verso il basso. Poi la situazione è cambiata e il mercato è passato in positivo e poi di nuovo in negativo. Nelle prime due ore di contrattazioni la Borsa di Milano sembra sulle montagne russe. Oggi lo spread e a 294 punti con i rendimenti dei titoli di stato decennali intorno al 3,3 per cento.
Portare il deficit/pil al 2,2 per cento non basta
I mercati non seguono una direzione precisa ed è chiaro che molto dipende dal fatto che il paese si trova sospeso tra una procedura d'infrazione, il cui iter non si fermato, e il confronto con l'Unione europea, con posizioni, però, che sembrano ancora distanti. Abbassare, infatti, il rapporto deficit-pil dal 2,4 per cento al 2,2 per cento, a quanto pare, non è sufficiente per la Commissione europea. In un'intervista alla Stampa, il vice presidente Valdis Dombrovskis, ha detto che occorrono "correzioni consistenti" dei conti per scongiurare la procedura d'infrazione (l'obiettivo di deficit in rapporto al prodotto interno lordo che potrebbe mettere d'accordo Italia ed Europa è quello più vicino possibile al 2 per cento). "Riteniamo che la traiettoria di bilancio scelta dall'Italia sia controproducente per l'economia italiana stessa", ha sottolineato Dombrovskis.
Il doppio binario di Conte con l'Europa
In effetti, finora ci sono stati solo annunci da parte del governo, ma non si sono visti fatti concreti. Tanto più, che l'esecutivo di Giuseppe Conte non è intenzionato a inviare a Bruxelles un nuovo documento, ma lascia che sia il Parlamento ad apportare le modifice alla legge di Bilancio. Intanto, proprio il presidente del Consiglio, in un'intervista al Corriere della Sera, ha detto che "la stabilità sociale conta più di quella finanziaria" ribadendo la necessità di portare avanti le riforme ("non torniamo indietro") e chiedendo allo stesso tempo aiuto all'Europa. E' chiaro che di fronte a una situazione così confusa gli investitori si mostrano di nuovo riluttanti.
Sotto pressione Tenaris e Telecom
Sul fronte delle società, da segnalare il crollo del titolo di Tenaris dopo che il presidente e ceo, Paolo Rocca, è stato incriminato in Argentina per pagamenti effettuati dal gruppo Techint nel 2008 a un funzionario del governo argentino (Caso Notebooks). Male anche Telecom dopo che Vivendi ha chiesto subito una convocazione dell'assemblea mentre il governo che sta lavorando al progetto di rete in fibra ottica unica e pubblica. La Commissione Finanze del Senato ha approvato la notte scorsa l'emendamento che crea le condizioni per incentivare la fusione delle reti di Tim e Open Fiber. Nel documento preparato dai tecnici, si parla per la prima volta in modo esplicito di una rete "pubblica" oltre che unica.