Così Fca vuole rilanciare la produzione italiana
La casa automobilistica porta in Italia quattro nuovi modelli e la produzione di motori ibridi ed elettrici. Si va verso la piena occupazione con investimenti da 5 miliardi. I sindacati tirano un sospiro di sollievo
Con cinque miliardi di investimenti, la scelta di produrre nuovi modelli e l'introduzione di motori elettrici e ibridi, FCA scioglie le riserve sul futuro dei suoi stabilimenti italiani e riempie i silenzi che negli ultimi anni si erano trasformati in preoccupazione per i lavoratori, con tre degli impianti prossimi all'utilizzo di ammortizzatori sociali. Invece oggi, a Mirafiori, i sindacati hanno avuto conferma che al termine del 2022 gli stabilimenti domestici raggiungeranno la piena occupazione. A spiegare loro i dettagli del piano industriale declinato sull'Italia è stato il nuovo amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Mike Manley, insieme a Pietro Gorlier, responsabile dell'area europea (Emea).
Il polo industriale di Torino, culla della Fiat, è quello a cui FCA ha deciso di affidare la 500 elettrica, il modello che segna l'esordio nell'elettrico della casa automobilistica più restia di tutte a cedere alla "moda dell'auto elettrica", parole di Sergio Marchionne di pochi anni fa. Da domani, invece, ha spiegato Manley: "Mirafiori rappresenterà la prima installazione della piattaforma full Bev (completamente elettrica, ndr) che sarà applicata sulla nuova Fiat 500 e che potrà essere utilizzata per altri modelli a livello globale". Ma la 500 non sarà l'unico modello elettrificato prodotto in Italia. Pomigliano si concentrerà sull'ibrido, con un nuovo suv compatto Alfa Romeo che dovrebbe essere plug-in e una Fiat Panda ibrida. Anche la fabbrica dei Ducato, la Sevel, in Abruzzo, sarà interessata da un aumento della produzione con la versione elettrica del furgoncino. Mentre a Cassino si produrrà un nuovo modello ibrido di suv Maserati e a Melfi si allarga la produzione della Jeep, marchio di punta di FCA, con la Compass. I progetti delle nuove produzioni su Mirafiori, Pomigliano e Melfi eviteranno che in questi tre impianti si ricorra agli ammortizzatori sociali per i lavoratori. Oltre ai nuovi modelli sono previsti anche restyling e nuove motorizzazioni di modelli esistenti, per un totale di 13 nuovi interventi.
I passi avanti verso l'elettrico, già anticipati a giugno a Balocco, si accompagnano alla decisone di continuare a produrre motori diesel anche oltre il 2022, un passo indietro rispetto a quanto previsto dal piano industriale. "La riduzione dei volumi del diesel è inequivocabile. E' il mercato che la detta e noi non possiamo che produrre coerentemente con le richieste di mercato – ha detto Gorlier – ma ad oggi c'è una clientela che continua a richiedere il diesel". Una buona notizia per gli stabilimenti Vm di Cento e Pratola Serra che producono motori diesel.
L'impegno di FCA è stato accolto con favore da tutti i sindacati. "Nel quadro di previsioni di un mercato piuttosto stagnante e con gli annunci dei tagli operati da General Motors ci sembra un ottimo segnale in controtendenza che va valorizzato – ha commentato Marco Bentivogli della Fim – Siamo molto soddisfatti, si tratta di 5 miliardi di investimenti nel triennio su 8,7 miliardi previsti complessivamente dal piano nella regione Emea in 5 anni. Una concentrazione straordinaria di nuovi prodotti".