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L'incertezza politica manda giù le borse

Mariarosaria Marchesano

Il caos Brexit, la protesta dei gilet gialli in Francia e la manovra economica dell'Italia spaventano gli investitori. Inizio settimana debole per i mercati europei, mentre Tokyo subisce un nuovo tonfo per le nuove tensioni Usa-Cina

Milano. Ci sono almeno quattro buone ragioni per cui i mercati finanziari hanno imboccato oggi la strada in discesa e tre sono da attribuirsi alla percezione di rischi geopolitici da parte degli investitori: l'uscita caotica della Gran Bretagna dall'Unione europea, la protesta dei gilet gialli in Francia (con la banca centrale che ha comunicato la crescita negativa nel quarto trimestre) e il duro confronto dell'Italia con Bruxelles sulla manovra economica. L'inasprirsi delle tensioni tra Cina e Stati Uniti sul caso Huawei, che ha portato le due nazioni sull'orlo di una guerra tecnologica, è il quarto fattore di grave incertezza. A fare da scenario di fondo, poi, è il rallentamento dell'economia globale, ormai conclamato dai dati. Così, le Borse europee hanno aperto tutte in negativo stamattina con cali diffusi che proseguono anche nella prima parte delle negoziazioni, sulla scia di Wall Street che venerdì ha chiuso la settimana in calo e il tonfo di Tokyo stanotte. Piazza Affari stamattina perde quasi l'1 per cento, con lo spread che ha di nuovo superato quota 290 punti base e il rendimento dei titoli di stato è intorno a 3,20 per cento.

 

Conte da Juncker mercoledì sera

In Italia i riflettori sempre puntati sulla manovra economica in vista dell'esame del Senato. Uno degli appuntamenti clou della giornata di oggi è rappresentato dall'incontro tra il governo e i vertici delle organizzazioni sindacali, fissato per le 12 a Palazzo  Chigi. Intanto, dall'Istat, sono attesi i dati sulla produzione industriale relativi al mese di ottobre. Sul progetto di Bilancio il tempo stringe e un'intesa deve essere trovata all'interno dell'esecutivo, tra oggi e domani, prima che cominci il tour del force a Palazzo Madama, dove dovrà essere inserita non solo la correzione al deficit ma anche alcuni tagli alla spesa sui quali, però, non c'è l'accordo. L'iter deve essere poi concluso in tempo per consentire al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di riferire al Consiglio europeo. L'appuntamento dovrebbe essere fissato in agenda per mercoledì sera a cena, con il presidente della commissione Jean-Claude Juncker.

 

Jp Morgan manda giù Mediaset

Sul listino milanese soffre in particolare Mediaset dopo un report negativo Jp Morgan ha tagliato a 2 euro il target price (la società del Biscione è anche in uscita dal Ftse Mib insieme con Mediolanum), mentre i timori sulla guerra commerciale affossano gruppi che potrebbero essere esposti all'aumento di tariffe come Fca, Stm, Ferragamo, Ferrari e Cnh. Male anche i bancari con Ubi, Intesa e Unicredit mentre tiene Banco Bpm il cui cda si riunisce oggi a Verona per approvare la cessione di circa 8 miliardi di euro di npl. Limitano i danni le utility con Enel, Snam e A2A. Sale Astaldi che entro metà dicembre dovrebbe ricevere l'offerta di Salini.

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