Pierre Moscovici con Giovanni Tria (foto LaPresse)

Moscovici avverte l'Italia: l'accordo sul deficit ancora non c'è

Mariarosaria Marchesano

Il commissario europeo dice che il dialogo con Roma va nella giusta direzione ma ancora non basta. Rallenta la corsa di Piazza Affari che aveva aperto in gran rialzo. Attesa per la riunione della Bce

Milano. "Il contenimento del rapporto deficit/pil al 2,04 per cento dal 2,4 per cento "è un passo nella giusta direzione, ma non siamo ancora arrivati (a un accordo, ndr). Ci sono ancora passi da fare, forse da entrambe le parti". Lo ha detto il commissario Ue, Pierre Moscovici in una audizione al Senato francese in cui ha esortato l'Italia a compiere "ulteriori sforzi" sul consolidamento dei conti pubblici nel 2019 e ha sottolineato che la riduzione del disavanzo del 2,04 per cento è da considerarsi insufficiente. Il senso del discorso di Moscovici, che arriva come una doccia fredda il giorno successivo l'incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, è che il dialogo in corso tra il governo italiano e Bruxelles sullo stato di salute della congiuntura e dei conti pubblici sta procedendo ma resta ancora tanto da fare.

 

Le considerazioni di Moscovici che ad alcuni potrebbero suonare scontate, considerato che l'elevato debito pubblico dell'Italia dovrebbe mettere il governo nella condizione di essere molto più incisivo nel contenimento del rapporto tra deficit e pil, stanno raffreddando l'entusiasmo sui mercati, che solo ieri scommettevano sul disgelo dei rapporti tra Italia e Unione europea. Piazza Affari ha guadagnato nella seduta di ieri quasi il 2 per cento e quella di stamattina era cominciata con un ritmo di acquisiti incalzante, soprattutto sui titoli bancari che festeggiavano la riduzione dello spread sotto i 270 punti base. Ma dopo le prime due ore di negoziazioni, il listino milanese ha rallentato decisamente la sua corsa (più 0,5 per cento).

 

Nessun trattamento privilegiato per la Francia
 

"Non possiamo scendere a compromessi con le regole", ha detto Moscovici, che ha ribadito come non esista un "trattamento privilegiato" per la Francia, che dovrebbe sforare il tetto del 3 per cento del deficit-pil dopo la protesta dei gilet gialli.  "Queste regole possiamo applicarle in modo intelligente, flessibile e sottile ma non possiamo derogare da esse", ha insistito il commissario. "Stiamo cercando il modo – ha aggiunto – di rendere compatibili queste scelte politiche, che sono quello che sono e che sono legittime, con delle regole uguali per tutti e che tutti devono seguire". "Nella fase attuale stiamo oscillando tra un dialogo intenso, positivo e costruttivo per trovare una soluzione e la necessaria preparazione delle fasi procedurali, nel caso in cui questo dialogo non abbia successo, il che naturalmente non ci auguriamo".

 

Draghi potrebbe aggiustare il tiro sui futuri rialzi dei tassi

 

L'attenzione dei mercati è concentrata anche sulla riunione della Bce, prevista per il primo pomeriggio, durante la quale Mario Draghi affronterà nuovamente il tema dei tassi. Secondo Adrian Hilton di Columbia Threadneedle Investments la Banca centrale europea "resta al centro di un complicato dilemma". I dati economici della zona euro hanno continuato a deludere per tutto l'anno le aspettative, spezzando le speranze di una possibile sostenibilità degli elevati tassi di crescita del 2017 anche per l’anno a venire. "Ciò potrebbe richiedere alla Bce di rivedere le sue proiezioni per una crescita del pil del 2019 a tassi molto più vicini al trend, nonostante i possibili ostacoli derivanti da prezzi dell'energia più bassi e da una politica fiscale più flessibile", spiega lo strategist. Sul fronte Quantitative easing, "è molto probabile che il Consiglio direttivo confermi la conclusione degli acquisti nei termini previsti per questo mese e che i reinvestimenti delle attività in scadenza continuino invece senza un termine prefissato. È possibile che Draghi fornisca qualche piccolo aggiustamento alle guidelines future e in particolare relativamente ai tempi del primo rialzo di tassi, ma riteniamo che la guideline attuale sia già sufficientemente generica da permettergli di evitare un vero e proprio cambiamento di rotta", conclude Hilton.