L'accordo sulla manovra non entusiasma Piazza Affari
Dal vertice tra Salvini, Di Maio, Tria e Conte esce l'intesa per far quadrare il deficit al 2,04 per cento. Basterà all'Unione europea per scongiurare la procedura di infrazione?
Milano. L'accordo all'interno della maggioranza per far quadrare i conti della manovra economica non entusiasma Piazza Affari, che ha aperto sotto la parità la seduta di inizio settimana sulla scia delle altre Borse europee il cui umore è condizionato dall'attesa di un nuovo rialzo dei tassi Usa. I mercati, infatti, si aspettano che al termine della riunione del Fomc, prevista per oggi, ci sarà un ritocco verso l'alto di 0,25 punti base che porterà il costo del denaro in America dal 2,25 a 2,5 per cento. Intanto, continua a tenere banco la trattativa tra l'Italia e Bruxelles sul progetto di bilancio.Tra sabato e domenica si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice della maggioranza durato quattro ore tra il premier Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria per preparare una risposta da inviare alla Commissione Ue. Durante la riunione sarebbero state trovate le coperture per il deficit al 2,04 per cento “grazie a risorse” recuperate “nelle pieghe del bilancio”. Bisognerà ora capire se queste modifiche verranno reputate sufficienti dall’Europa evitando così la procedura d'infrazione. L’esame sulla manovra continuerà nella mattinata di oggi alla commissione Bilancio del Senato. Lo spread tra Btp e bund tedeschi si muove a 267 punti base dai 270 della vigilia.
Le nuove misure e la grande incognita del reddito di cittadinanza
Per quanto riguarda le singole misure, tra i dossier più delicati discussi nel vertice c'è l'ecotassa che non sarà applicata alle utilitarie. Accordo anche sulla riduzione tariffe Inail per 600 milioni, mentre per il bonus cultura, a contributo invariato, sarà finanziato solo per acquistare eBook e libri, non per i concerti e i cinema. Fondi sono stati stanziate per le buche di Roma e la metro ed è stata trovata l'intesa per innalzare la soglia per gli appalti diretti da 40 a 200.000 euro da parte dei sindaci. Salvini e Di Maio hanno trovato un compromesso anche sulle pensioni d'oro, altro capitolo che aveva alimentato più di una divergenza. La misura voluta dal Movimento 5 Stelle riguarderà solo la quota di pensione che supera i 90 mila euro lordi l'anno, se non coperta da contributi (i fondi ricavati saranno utilizzati per finanziare la formula opzione donna). Un enorme punto interrogativo resta sul reddito di cittadinanza. Al momento non si sa esattamente a quanto ammonterebbe il sussidio mensile dopo i vari tagli che sono stati apportati allo stanziamento iniziale. Secondo quanto riportato da Repubblica, la nuova cifra potrebbe crollare da 780 euro a 80 euro se sarà erogato a tutti gli aventi diritto.
Tim, Vivendi chiede la revoca degli amministratori
Guardando ai titoli, a Piazza Affari sembra dominare la cautela. Banche deboli (ad eccezione di Mps) nonostante lo spread in discesa, mentre nel settore del lusso sale solo Moncler, sostenuta da Morgan Stanley che ha migliorato al sua valutazione del titolo declassando, invece, Ferragamo. Tra le altre azioni, le vendite colpiscono soprattutto Pirelli, Tenaris e Azimut. In rosso anche Tim, dopo aver ricevuto dal socio Vivendi richiesta di convocazione dell'assemblea per la revoca di cinque amministratori (Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti) e la nomina al loro posto di Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri di Genola e Francesco Vatalaro. Il consiglio ha fatto sapere che "svolgerà le opportune valutazioni sulla richiesta". In calo Enel anche se Enel Green Power ha venduto la sua controllata in Uruguay per circa 120 milioni di dollari, l'equivalente dell'enterprise value della società. Stesso segno per Fca nonostante il compromesso trovato sulla manovra che prevede di alzare le imposte soltanto per suv e auto extra lusso e incentivi per le vetture elettriche e ibride. Sul fronte dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,136 dollari (1,129 venerdì in chiusura) e 128,349 yen (128,187), con il biglietto verde che vale 113,426 yen (113,56). In lieve calo, infine, il petrolio.