La Cina non compra più gli iPhone e le Borse mondiali vacillano
Apple lancia l'allarme: calano vendite e profitti. A Milano, Carige sospesa dalle contrattazioni dopo che la Bce ha messo la banca ligure in amministrazione straordinaria
Milano. Inizio anno più volatile che mai per Piazza Affari, che ieri è andata su e giù per tutto il giorno prima di chiudere intorno alla parità la prima seduta del 2019. Oggi il clima del listino milanese e delle altre Borse europee (arretrano anche Londra, Parigi e Francoforte) sembra pesantemente condizionato dall'allarme lanciato da Apple sulle vendite, che ha già messo in crisi i mercati asiatici e che ora non fa presagire nulla di buono per l'apertura di Wall Street. Ieri sera il ceo del colosso di Cupertino, Tim Cook, ha rivisto al ribasso le sue previsioni sul fatturato per il primo trimestre fiscale, a causa del consistente calo delle vendite registrato in Cina. Le azioni del gigante tecnologico sono crollate del 7,6 per cento nell'after hour, trascinando il valore di mercato sotto i 700 miliardi di dollari. La lettera diffusa da Cook, a ridosso del suono della campanella ieri sera, ha colto di sorpresa gli investitori. La seconda società per capitalizzazione al mondo ha rivisto al ribasso le sue previsioni per il primo trimestre fiscale che termina il 29 dicembre. La causa sarebbe da ricondurre non solo a un minor numero di aggiornamenti iPhone, ma soprattutto al calo delle vendite in Cina. In pratica, Apple prevede entrate per 84 miliardi di dollari contro una forbice prevista che oscillava tra gli 89 e i 93 miliardi di dollari e comunque al di sotto delle stime degli analisti (91,5 miliardi di dollari). "Oltre il 100 per cento del nostro calo mondiale in termini di fatturato in tutto il mondo si è verificato in Cina per il calo delle vendite di iPhone, Mac e iPad", ha segnalato Cook. E' stata la prima volta che la società ha dato indicazioni sui ricavi prima del rilascio dei risultati trimestrali da quando l'iPhone è stato lanciato nel 2007.
Modiano: per Carige puntiamo a ipotesi aggregazione
Intanto, a Milano il titolo Carige è stato sospeso dalle negoziazioni dopo che la Bce ha deciso di porre in amministrazione straordinaria la banca ligure per la quale spunta l'ipotesi di aggregazione con un altro istituto di credito (si vocifera che potrebbe essere Unicredit). A sottolineare il passaggio, intervistato dalla Rai, è l’ex presidente e attuale commissario straordinario della banca ligure, Pietro Modiano. È stato chiarito che sul tema, al momento, non c’è nulla di concreto. Anche perché il piano industriale è in fase di definizione. "I pilastri sono quelli annunciati. Andiamo avanti sul piano industriale e sull’ipotesi di aggregazione sulle quali siamo impegnati a lavorare. Per ora non c’è niente in vista, ma dobbiamo prepararci a questa prospettiva. Si va avanti sulla strada definita che le autorità confermano essere quella giusta", ha detto Modiano. Per Carige è stato preparato anche il salvagente del bond da 320 milioni sottoscritto dal Fondo interbancario di tutela dei depositi: sarà il Fondo a convertire le obbligazioni in azioni nel caso in cui i soci non sottoscrivano l'aumento di capitale, diventando così il primo azionista della banca. Un modo per stabilizzare la situazione e cercare il "cavaliere bianco".