La Cina e l'Eurozona frenano le Borse
I dati contrastanti sulla bilancia commerciale cinese e le previsioni sull'economia dell'area euro condizionano i mercati. Pesa anche l'esito incerto del voto del Parlamento inglese sulla Brexit di domani
Milano. Si consolida il rallentamento economico in Cina e i mercati non la prendono bene. Qualche ora fa, il paese del Dragone ha diffuso i dati sulla bilancia commerciale nel mese di dicembre: a sorpresa, le esportazioni in particolare sono calate sia nei confronti degli Stati Uniti che del resto del mondo ai livelli minimi degli ultimi due anni (pur essendo il dato del 2018 complessivamente positivo). I deboli dati hanno rafforzato i timori che i dazi Usa abbiano cominciato a pesare nettamente sull'economia di Pechino, riacutizzando le preoccupazioni tra gli investitori di un rallentamento della crescita globale. Le prime a reagire sono state come sempre le Borse asiatiche con l’esclusione del Nikkei, rimasto chiuso per festività pubblica. A ruota aprono deboli le Borse europee influenzate negativamente anche dalle attese per l'esito incerto del voto del Parlamento inglese sulla Brexit, tema che sarà centrale questa settimana. Così Milano, Londra, Francoforte e Parigi sono oggi tutte in calo con perdite inferiori all'1 per cento che vanno amplificandosi con l'uscita delle previsioni sull'economia dell'eurozona.
Secondo il centro studi di Intesa Sanpaolo, infatti, dopo la frenata registrata dell'industria francese, tedesca e italiana, è atteso in calo il dato relativo alla produzione industriale del mese di novembre: -1,2 per cento rispetto allo stesso mese del 2017 dopo la crescita dello 0,2 per cento registrata in ottobre. La variazione annua passerebbe così a -2 per cento rispetto al +1,2 per cento del 2017. Le seconde stime dovrebbero confermare l'inflazione di dicembre in rallentamento ovunque: all'1,6 per cento per l'area euro, all'1,7 per cento in Germania, all'1,9 per cento in Francia e all'1,2 per cento in Italia.
A Piazza Affari il Ftse Mib arretra dello 0,9 per cento nelle prime due ore di negoziazioni con il Monte dei Paschi in forte discesa dopo che la Bce ha inviato la bozza di decisione sui requisiti prudenziali da rispettare per il 2019 con una richiesta di progressivo incremento della copertura sui crediti problematici: il titolo segna un calo del 7,5 per cento. In particolare, la banca centrale europea, pur ridicendo i requisiti patrimoniali all'istituto di credito italiano controllato dallo Stato ha evidenziato alcuni punti di “debolezza e attenzione”, in particolare per quanto riguarda la capacità di conseguire gli obiettivi del piano di ristrutturazione. In rosso anche gli altri bancari Banco Bpm, Ubi, Unicredit, Bper. Nel settore auto giù Fiat Chrysler, in calo pure Pirelli dopo i conti preliminari del quarto trimestre di Continental che ha anche rilasciato l'outlook sul 2019.
La settimana ha molti dati in uscita anche negli Stati Uniti. Le prime indagini del manifatturiero a gennaio dovrebbero stabilizzarsi su livelli moderatamente espansivi, frenando i timori di un forte rallentamento; invece la fiducia dei consumatori dovrebbe flettere sulla scia della chiusura degli uffici federali. I dati di dicembre dovrebbero essere ancora solidi, con una dinamica sostenuta delle vendite al dettaglio e della produzione industriale e una modesta ripresa dei cantieri residenziali. Sul fronte dei prezzi di dicembre, si dovrebbe vedere ancora l'influenza del calo del prezzo del petrolio, con una correzione dei prezzi. Il Beige Book dovrebbe ancora mostrare uno scenario positivo e potrebbe riportare eventuali effetti sull'attività causati dalla chiusura degli uffici federali.