Mario Draghi (foto Imagoeconomica)

Draghi mette in guardia sul rallentamento europeo

Mariarosaria Marchesano

La Bce imputa a fattori esterni l'incertezza economica ma per ora non discute interventi

Milano. Mario Draghi aveva già detto che la Bce non avrebbe alzato i tassi d'interesse fino all'agosto del 2019, ma l'annuncio di oggi era comunque molto atteso dai mercati, dopo che nelle ultime settimane sono emersi evidenti segnali di rallentamento economico dell'Eurozona. In una nota diffusa al termine della prima riunione del direttivo della Banca centrale europea dopo la fine del Quantitative easing, l’Eurotower ha ribadito che i tassi di interesse si manterranno "su livelli pari a quelli attuali almeno fino all’estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine".

 

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio ha precisato che intende continuare a "reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".

  

Nella conferenza stampa che è seguita alla riunione, Draghi ha ricordato il peggioramento del contesto economico globale ("Fattori geopolitici e la minaccia del protezionismo pesano sul sentimento economico") anche se poi ha aggiunto che nel direttivo "si è discusso del rallentamento e non delle sue implicazioni". Un modo per evitare di sbilanciarsi sull'eventuale utilizzo di strumenti come i Tltro (i piani di rifinanziamento a lungo termine per le banche), già sperimentati nel 2014 e nel 2016. Pur riconoscendo che in passato sono stati strumenti utili ed efficaci, per ripristinare la trasmissione della politica monetaria dell'area euro, il presidente della Bce ha ribadito che nessuna decisione è stata presa in merito ma ha lasciato aperta la possibilità che se ne ridiscuta nella prossima riunione della Bce di marzo. In ogni caso, l'orientamento dell'istituto di Francoforte sarebbe quello di far rientrare i Tltro nell'ambito di un programma di politica monetaria più ampio e non di utilizzarli come strumento a favore di un singolo settore.

 

Pur prendendo atto del mutato contesto economico, Draghi ha detto che il direttivo della Banca centrale ritiene basse le probabilità di una recessione in Italia e in Germania. In particolare, nel nostro paese c'è stato un leggero irrigidimento delle condizioni finanziarie, in altre parole una stretta creditizia, "che però non si è diffuso al resto dell'Eurozona", anche se però, ha osservato, "le condizioni cambiano da paese a paese". 

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