Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Il pil scende ancora. L'Italia è in recessione tecnica

Mariarosaria Marchesano

L'Istat conferma la “previsione” del premier Conte. Nel quarto trimestre il prodotto interno lordo ha fatto segnare un -0,2 per cento. E l’ufficio parlamentare del bilancio avverte: i rischi sulla manovra sono aumentati

Milano. Come era logico aspettarsi l'Istat ha confermato la “previsione” del premier Giuseppe Conte. Per il secondo trimestre consecutivo l'Italia fa registrare un calo del pil e ora il paese è in recessione tecnica. Nello specifico, nel quarto trimestre del 2018, il prodotto interno lordo ha fatto registrare un -0,2 per cento. Un dato che arriva con le Borse europee che, grazie alle trimestrali superiori alle attese dei big di Wall Street, come Facebook e Apple, e la decisione della Fed di lasciare inalterati i tassi d'interesse, avevano aperto tutte in rialzo (compresa Milano che poi ha virato in discesa). Ma quello sul pil italiano non è l'unico dato macroeconomico della giornata: da Berlino arriva la conferma della revisione al ribasso del pil tedesco, mentre da Parigi la frenata dei prezzi al consumo. L'indice di disoccupazione risulta invece in lieve calo sia in Francia che in Italia nella parte finale dello scorso anno. Intanto, l'Eurostat ha diffuso il dato sul pil della zona euro nel quarto trimestre, +0,2 per cento rispetto al trimestre precedente.

 

Quadro congiunturale a parte, i mercati, compresi quelli asiatici, stanno sostanzialmente beneficiando dell'approccio morbido delle banche centrali, che appaiono disponibili ad attendere tempi migliori per aumentare il costo del denaro. Ieri la banca centrale americana ha mantenuto i tassi di interesse invariati  tra il 2,25 per cento e il 2,5 per cento, in linea con le aspettative ma, soprattutto, ha abbassato i toni abbandonando espressioni come “ulteriori aumenti graduali” e ha detto che sarà “paziente” per quanto riguarda la politica monetaria. Inoltre, a proposito del bilancio, la Fed punta ad operare con “un'ampia offerta di riserve”, e questa affermazione ha contribuito a risollevare anche il sentiment degli investitori.

 

A Piazza Affari, dopo un avvio positivo in scia con i listini del Vecchio Continente, l'indice Ftse Mib si è colorato di rosso. Le incertezze oggi sono dovute soprattutto ai titoli del comparto agroalimentare, il cui indice di settore è in rosso dell'1,3 per cento dopo due ore di negoziazioni, probabilmente per i timori di una frenata nelle vendite dovuta proprio all'ormai conclamata recessione, che, però secondo Conte dovrebbe trasformarsi in una ripresa nel secondo semestre dell'anno. Intanto, l'Ufficio parlamentare del bilancio ritiene che i “rischi al ribasso” sulle previsioni di crescita per il 2019 contenute nella manovra economica siano aumentati rispetto alle ultime valutazioni. Il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, secondo i tecnici, sono esposti a una serie di criticità che riguardano il quadro macroeconomico e che dipendono anche dalla composizione della manovra.

 

Sul listino milanese pesa anche il settore bancario: Banco Bpm in pesante calo, mentre flettono di poco rispettivamente, Bper e Ubi Banca dopo che Morgan Stanley ha tagliato il target price da 2,80 a 2,60 euro. Lo stesso broker ha abbassato il target price di Mps  da 1,60 a 1,40 euro. La banca senese, secondo indiscrezioni di stampa, si prepara a mettere sul mercato un pacchetto di immobili per un valore di circa 600 milioni di euro a fine febbraio.

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