La Cdp verso il raddoppio in Tim. Il titolo scatta a Piazza Affari
Secondo gli analisti la Cassa potrebbe portare la sua partecipazione al 10 per cento, un passo importante per realizzare la rete unica. Il nuovo piano strategico di Telecom nel cda del 21 febbraio
Milano. Lo scatto di Telecom Italia (+7 per cento) riesce a portare in positivo Piazza Affari, dopo un'apertura di seduta piuttosto debole in linea con le altre Borse europee, e accende i riflettori sulla grande svolta del gruppo delle tlc, dopo che la Cassa Depositi e prestiti ha deciso di rafforzare la sua partecipazione che, secondo gli analisti, potrebbe salire al 10 per cento del capitale. Ieri, infatti, il consiglio di amministrazione della Cassa ha deliberato l'autorizzazione all'acquisto di ulteriori azioni con "una prospettiva di lungo termine". Decisione interpretata da alcuni osservatori come un tentativo di opposizione a Vivendi. Si tratta, comunque, di un vero e proprio cambio di rotta rispetto a quanto emerso a dicembre, quando il presidente di Cdp, Massimo Tononi, aveva negato la sua intenzione di acquistare altre azioni Telecom Italia. L’aumento della partecipazione in Tim è stato motivato ora con l'esigenza di perseguire la missione istituzionale della Cassa, cioè quella di supportare le “infrastrutture strategiche” e di rappresentare "un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di primario interesse per il Paese".
Solo pochi giorni fa, l'amministratore delegato, Fabrizio Palermo, si è espresso a favore della rete unica con Open Fiber in cui la Cassa detiene il 50 per cento del capitale (l'altro 50 per cento è in mano a Enel). Decidere di aumentare la quota in Telecom è considerato un segnale importante in direzione della rete unica. Ma la strada non è in discesa, perché all'interno della società guidata da Luigi Gubitosi c'è una profonda spaccatura sul tema dello scorporo: Vivendi, azionista di maggioranza, è contrario mentre Elliott è favorevole. Entrando nel dettaglio, Palermo ha spiegato che Tim, in questa partita, è importante come lo è "la creazione di reti convergenti". Occorre così giocare su tre fronti: la rete in rame, quella in fibra ottica e il 5G. "Nel soppesare vantaggi e svantaggi va tenuto conto di vari aspetti, compresi quelli occupazionali. Anche per questo è intervenuto il legislatore decidendo forti incentivi per la rete unica di Tim", ha aggiunto Gubitosi.
L'attenzione è ora indirizzata sul nuovo piano strategico di Tim, che sarà portato in consiglio di amministrazione il 21 febbraio, e soprattutto sull'assemblea del prossimo 29 marzo. Nel frattempo, con l'acquisizione da parte di Cdp di un ulteriore 5 per cento di Tim, Vivendi verrebbe messo all'angolo e il fondo Elliott, che appoggia il progetto della rete unica, ne uscirebbe vincitore in questa che si prospetta come una guerra all'ultima banda.
tra debito e crescita