La nuova Carige “ripulita” a caccia di nuovi investitori
Presentato il piano strategico 2019-2020: aumento di capitale da 630 milioni e business combination già nei prossimi mesi. La società pubblica Sga darà una mano al derisking con un'offerta per 1,8 miliardi di crediti npl superiore a quella di Fonspa
Milano. È molto ambizioso il piano strategico per il periodo 2019-2023 che i commissari di Carige, Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, hanno presentato alla comunità finanziaria: riduzione drastica del profilo di rischio della banca, rivoluzione del modello di business, pareggio di bilancio già entro la fine del 2019 (al massimo i primi del 2020) e raggiungimento di livelli di profittabilità nel medio-lungo periodo. Un'azione a trecentosessanta gradi, che, come ha spiegato Innocenzi rispondendo alla domanda di un analista durante la web conference, è finalizzata esclusivamente a individuare una “business combination” con un investitore nell'ambito di un aumento di capitale da 630 milioni di euro da realizzare in tempi brevi (probabilmente entro maggio).
Se questo percorso non dovesse andare a buon fine, il loro compito potrà considerarsi esaurito: “Gestire un'eventuale ricapitalizzazione funzionale da parte dello stato non non fa parte del nostro mandato”, ha chiarito Innocenzi. Insomma, l'ambito in cui i tre manager si muoveranno è essenzialmente di carattere privatistico. C'è, però, un aspetto inedito in questa maxi operazione di rilancio di una banca in crisi che non si era mai visto prima, ed è la presenza di una società pubblica come la Sga (100 per cento Mef) il cui intervento finisce con il soddisfare uno dei punti essenziali del piano strategico. La Sga, infatti, si è candidata ad acquistare da Carige un pacchetto di crediti non performing per 1,8 miliardi, il cui smaltimento rappresenta la pre-condizione per attuare il derisking accelerato che serve a rendere l'istituto appetibile per gli investitori.
L'offerta vincolante di Sga è stata presentata contestualmente a quella non vincolante di un soggetto privato come Fonspa (Credito Fondiario) e rappresenta il primo intervento di una certa dimensione della Sga in qualità di operatore di mercato nel settore degli npl. In altri casi simili, come quello delle banche venete e di Mps, il ruolo della società guidata da Marina Natale era stato, invece, quello di braccio operativo del governo nell'ambito di interventi di “salvataggio”. Del resto, basta guardare lo statuto della Sga per capire quanto ampio sia il raggio d'azione delle sue attività. Resta da capire che tipo di impatto potrà avere la sua presenza in un settore molto competitivo costituto da fondi d'investimento specializzati come Fonspa, soprattutto se è vero, come scrive la stampa ligure, che il prezzo offerto per le sofferenze di Carige è superiore a quello che normalmente il mercato attribuisce a questo tipo di crediti.
Ad ogni modo, il processo di derisking previsto dal piano strategico porterà la banca a raggiungere un livello di npe ratio (cioè di solidità patrimoniale) al 6-7 per cento contro il 22 per cento circa attuale. Una cura da cavallo che aprirà la strada al piano di risanamento e all'aumento di capitale di 630 milioni, ben superiore a quello che poi è stato bocciato dall'assemblea del 22 dicembre per il voto contrario della famiglia Malacalza (400 milioni) e con un aggravio dovuto in parte proprio agli effetti di questo slittamento. Chi lo sottoscriverà? La domanda è risuonata diverse volte durante il confronto che i tre commissari hanno avuto con gli analisti. Su questo punto, Innocenzi ha spiegato che le ipotesi possono essere grosso modo due: un investitore finanziario che entra nel capitale diventando il primo azionista oppure le nozze con un'altra banca (non sono del tutto escluse soluzioni miste). “Abbiamo avviato un confronto con alcuni soggetti - ha detto il commissario – ma è chiaro che gli investitori devono percepire che nella banca ci sarà più valore. La pulizia di bilancio che ci apprestiamo a fare è fondamentale per creare un istituto con un profilo di rischio assolutamente contenuto, ma abbiamo anche disegnato un modello di business in grado di dar vita a una banca snella, digitale e semplice”.
Quello che hanno in mente i tre commissari è creare una banca specializzata nella gestione del risparmio sfruttando il fatto di operare in un territorio in cui la ricchezza pro capire è superiore del 24 per cento alla media nazionale, ma presente anche nei servizi commerciali tradizionali a famiglie e piccole e medie imprese e in business innovativi attraverso il digital banking. Una rifondazione di Carige a tutti gli effetti che passerà anche attraverso una riduzione di personale da 4000 a 3000 dipendenti attraverso prepensionamenti e utilizzo di Quota 100.