Il fallimento del vertice di Hanoi deprime i mercati asiatici ed europei
Frenano le Borse dopo la brusca interruzione del summit tra Trump e il leader nord coreano Kim. Ma Milano tenta il recupero con Saipem
Milano. Si prospetta una seduta pessimista oggi per le Borse europee, indebolite dai mercati asiatici dopo il fallimento dell'accordo di Hanoi annunciato ieri sera dalla Casa Bianca che in questa fase ha diversi dossier sul tavolo in grado di influenzare l'umore dei mercati. Mentre sul fronte dei negoziati commerciali con la Cina si registra un sostanziale stallo e sono già emerse opinioni divergenti tra Stati Uniti e Giappone su come affrontare il raggiungimento di un accordo commerciale bilaterale, arriva la brusca interruzione del summit tra il presidente Donald Trump e il leader nord-coreano, Kim Jong-un. I due leader hanno cancellato a sorpresa il pranzo e la sessione conclusiva del vertice, che si sarebbe dovuta concludere con la firma di una dichiarazione congiunta.
Come ha sottolineato la nota della Casa Bianca, che ha colto di sorpresa analisti e giornalisti, Trump e Kim hanno discusso diverse modalità per fare avanzare la denuclearizzazione e misure di carattere economico ma nessun accordo è stato raggiunto in questa fase anche se le rispettive delegazioni guardano a nuovi incontri in futuro. Il flop del vertice è stato comunque sufficiente per far crollare le Borse asiatiche (Tokyo, Hong Kong, Shangai e Seul) e far aprire in negativo i listini del Vecchio Continente, compresa Piazza Affari, che già ieri aveva dovuto affrontare le critiche della Commissione europea alla legge di bilancio italiana e il calo della fiducia delle imprese e dei consumatori. In ogni caso, sempre sul fronte macro, oggi saranno diffusi i dati sull'inflazione in Germania e in Italia, che sono attesi leggermente in salita.
Sempre sul listino milanese le performance di alcuni titoli spingono il listino a recuperare terreno. Tra questi, c'è Saipem che guadagna quasi il 5 per cento sulla scia dei conti positivi del quarto trimestre 2018 che fanno registrare un incremento di oltre 1 miliardo di euro di ordini per la società guidata da Stefano Cao. Oggi, però, i riflettori sono puntati su Bper che presenta alla comunità finanziaria il nuovo piano industriale dopo l'incorporazione di Unipol Banca. Il piano dovrebbe comportare la chiusura di 230 sportelli e 1300 esuberi. Durante l'incontro con gli analisti, l'amministratore delegato Alessandro Vandelli ha annunciato che saranno ceduti altri 2 miliardi di npl e ha parlato della strategia di crescita del nuovo gruppo che si fonda su aumento della redditività, riduzione dei costi e ulteriore accelerazione nel de-risking. Per quanto riguarda i ricavi, la banca punta a crescere soprattutto nel risparmio gestito e nel private banking e in quest'ottica assume un ruolo importante Arca, di cui Bper ha di recente acquisito, insieme a Popolare Sondrio, il 40 per cento delle quote che era in mano alle ex banche venete.