Inps di governo: guaio
L’Istituto si converte all’economia voodoo di Tridico e al suo bluff da 12 miliardi sul RdC. Ora tocca al Mef
L’Inps si è già adeguato al nuovo corso politico e alle sue teorie economiche alternative. In audizione alla commissione Lavoro della Camera la direttrice generale Gabriella Di Michele ha depositato e letto un testo che sembra scritto da Pasquale Tridico, presidente indicato ma non ancora nominato dal governo. “Il reddito di cittadinanza avrà un forte impatto ... in termini di aumento del pil potenziale, come stimato dalla Commissione Ue”.
Questa è la tesi, abbastanza singolare e finora mai espressa dall’Istituto in audizione, dell’ex candidato del M5s a ministro del Lavoro, poi consigliere di Luigi Di Maio e prossimo presidente dell’Inps. Ovvero il reddito di cittadinanza in un certo senso si autofinanzia: spendendo 6 miliardi in deficit quest’anno, dice Tridico, se ne potranno spendere 12 miliardi sempre in deficit l’anno prossimo rispettando le regole europee. E tutto grazie a un trucco contabile che trasforma gli inattivi in disoccupati attraverso l’iscrizione nei centri per l’impiego. Questa teoria è stata inserita nella relazione illustrativa del decretone (anche perché la Ragioneria dello stato ha impedito che entrasse nella relazione tecnica). Ed è anche la tesi che sposa l’Inps: “Il reddito di cittadinanza ... permetterà di rivedere al rialzo il tasso di partecipazione alla forza lavoro, determinando la crescita del pil potenziale e conseguentemente l’ampliamento dell’output gap. Questo crea uno spazio fiscale aggiuntivo (cd. fiscal stance) che potrà essere utilizzato per aumentare l’occupazione, senza ulteriori aumenti della percentuale del deficit strutturale, oltre la soglia passibile di sanzioni a livello comunitario”.
Questa teoria – a parte la definizione errata di fiscal stance – è fuori dalla realtà. Ed è preoccupante che l’Inps la sostenga senza fornire alcuna stima. Ancor più preoccupante è che l’Inps esprima le sue impressioni macroeconomiche sul reddito di cittadinanza senza dire nulla sull’effetto negativo sul pil potenziale di “quota 100” su cui ha dati più attendibili e consolidati.
Perché a fianco ai presunti effetti positivi sulla forza lavoro e sul pil potenziale del reddito di cittadinanza ci sono i sicurissimi effetti negativi della controriforma delle pensioni. Perché il provvedimento ha infatti l’obiettivo di “disattivare” forza lavoro e infatti, per essere sicuri che i neo pensionati non lavorino più, il governo ha previsto anche il divieto di cumulo tra redditi da pensione e da lavoro. Questo comporta una riduzione della partecipazione al lavoro, una diminuzione del pil potenziale, e di conseguenza una contrazione dello spazio fiscale. L’esatto opposto di ciò che sostengono Tridico e il nuovo Inps che, fino a quando c’era Tito Boeri era accusato dal governo di “fare politica” perché forniva numeri, mentre ora espone direttamente la linea politica del governo senza dati a supporto. Quali studi e simulazioni ha fatto l’Inps sugli effetti del reddito di cittadinanza su pil potenziale e sull’output gap? E’ in grado di rendere pubbliche queste stime?
Che queste teorie siano destinate a schiantarsi contro il muro della realtà non lo dice (da mesi) solo il Foglio. Poco dopo l’Inps, c’è stata l’audizione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), l’organismo indipendente che vigila sulla finanza pubblica e che realmente fa simulazioni sui modelli econometrici del Mef. Ebbene, su questo punto, l’Upb smentisce in radice le tesi del prof. Tridico (e ora dell’Inps): l’output gap – che è l’indice che dovrebbe regalare questi 12 miliardi di extradeficit all’Italia – “nel complesso resterebbe pressoché stabile (appena superiore), in quanto nel periodo considerato l’aumento della produzione potenziale sarebbe sostanzialmente simile a quello della produzione effettiva”. Non ci sarà alcuno “shock” causato dal reddito di cittadinanza, come scrivono Tridico e l’Inps, e di conseguenza nessun allargamento dello spazio fiscale. L’Upb fa anche la simulazione che avrebbe dovuto fare l’Inps sugli effetti di quota 100 e scrive che l’anticipo pensionistico ha “un considerevole effetto sul tasso di partecipazione, di segno opposto a quello del RdC; l’aumento delle forze di lavoro sarebbe pressoché dimezzato”.
Sono le stesse conclusioni a cui giungono le previsioni della Commissione europea e del Fmi. Nonostante ciò, la teoria infondata di Tridico ha già conquistato l’Inps e, come annunciato dal sottosegretario Laura Castelli, ora bussa alla porta del Mef in vista della scrittura del Def. Si spera che il portone di Via XX Settembre resti chiuso ai riti dell’economia voodoo.