Boeing giù per terra. Solo gli Stati Uniti difendono il costruttore americano
Anche il Canada blocca il 737 Max e il danno economico e reputazionale diventa pesante
Per immaginare quanto danno stia producendo l'incidente aereo di domenica al colosso aeronautico americano, può essere utile sapere che i Boeing 737 Max 8 a cui in questo momento non è consentito volare sono di più di quelli in transito nei cieli internazionali. L'elenco dei paesi e delle compagnie che da domenica hanno deciso di bandire il velivolo americano continua ad allungarsi ora dopo ora, l'ultimo è il Canada, mentre a restare prudente per il momento c'è solo l'autorità degli Stati Uniti, la Federal Aviation Administration (Faa). La Faa non sembra intenzionata a cedere su eventuali blocchi fino a quando non saranno chiarite le cause dell'incidente di Addis Abeba che ha causato 157 vittime. Intanto però le pressioni di piloti e opinione pubblica hanno portato l’agenzia americana a dichiarare di avere chiesto al produttore un aggiornamento del software, da presentare entro aprile. La psicosi da Boeing 737 Max 8, infatti, si sta materializzando. E ha trovato una sponda in alcuni importanti operatori turistici, che hanno introdotto un'opzione per permettere ai clienti di scegliere l'aereo con cui viaggiare. Ha comunicato di volerlo fare kayak.com e ha confermato lo stesso anche Carlson Wagonlit Travel, che gestisce viaggi per grandi aziende globali.
In due giorni il titolo Boeing ha perso complessivamente l'11 per cento, pesando sull’indice Dow Jones, mentre aumentano le voci su possibili ordini cancellati e richieste di risarcimenti danni. La prima compagnia aerea a confermare di volere chiedere il conto è Norwegian, principale cliente europeo del produttore americano, che ha in flotta 18 velivoli costretti a restare a terra. Fino a oggi Boeing ha consegnato in tutto il mondo circa 350 737 Max e di questi oltre 200 sono al momento bloccati per ordine delle autorità aeronautiche e delle compagnie. Le consegne previste sarebbero invece più di 5.000, ma secondo Bloomberg gli ordini potrebbero essere riconsiderati, causando un danno di circa 55 miliardi al produttore americano.
Tra le compagnie in dubbio ci sono la vietnamita VietJet Aviation JSC, che il mese scorso aveva richiesto 200 nuove unità, e Kenya Airways Plc, che potrebbe invece ripiegare sul produttore europeo Airbus. Una possibilità vagliata anche dall'indonesiana Lion, la compagnia coinvolta nell'incidente di ottobre in cui hanno perso la vita 189 persone che viaggiavano su un aereo uguale a quello che si è schiantato domenica.
A riassumere malamente il problema che Boeing dovrà risolvere per riabilitarsi con compagnie e passeggeri di mezzo mondo è stato Donald Trump, ieri, con un tweet. "Non so voi ma io non voglio che il mio pilota sia Albert Einstein. Voglio dei professionisti che siano messi in grado di prendere il controllo dell’aereo in modo facile e veloce!", ha scritto poco prima di essere contattato da Dennis A. Muilenburg, ceo di Boeing, per una rassicurazione sulla sicurezza del velivolo. Al centro delle indagini, che dureranno mesi e che sono iniziate con l'invio delle scatole nere in Europa, c'è il sistema di sicurezza che scatta in caso di pre-stallo. I piloti possono prendere il controllo manuale del mezzo, ma l'operazione è considerata complicata da gestire. Il meccanismo di emergenza si attiva quando alcuni sensori registrano un valore eccessivo dell'angolo di attacco dell'ala ed entrano in funzione dei dispositivi di comando che fanno in modo che il muso dell'aereo cominci a puntare verso il basso, diminuendo l'angolo. Il sistema sarà studiato anche per escludere il sospetto, avanzato dopo gli incidenti, che alcune sue parti siano difettose, entrando in funzione quando non è necessario e inviando ai piloti dati incoerenti.
Il motivo per cui Boeing ha inserito un software così sofisticato è che il Max 8 ha un nuovo motore, aggiornato rispetto a quello del 737 che vola fin dagli anni Sessanta, con vantaggi importanti dal punto di vista dei consumi. Le istruzioni integrative che Boeing ha inviato ai piloti dopo l'incidente in Indonesia, che presenta molte analogie con quello in Etiopia, dovrebbero essere state recepite dalle singole compagnie che organizzano la formazione dei piloti: anche per questo alcuni paesi potrebbero essere più preoccupati di altri a fare volare questo Boeing.
Se siano imprudenti gli americani o esagerati gli europei, i cinesi e le altre autorità che hanno messo al bando l'aereo, non è facile a dirsi neppure per gli esperti. L'incidente preoccupa soprattutto perché le dinamiche sembrano analoghe a quelle del precedente e in via precauzionale è legittimo tenere al sicuro i passeggeri. Ma in questa situazione vedere un'opportunità per la barcollante Airbus è fin troppo scontato e non è detto che la profezia sia sbagliata visto il possibile ritiro degli ordini effettuati con il costruttore americano. Molto dipenderà da Boeing e dalla sua capacità di rimediare al danno di reputazione, che in prospettiva può essere più pesante del tonfo di questi giorni a Wall Street.