Investitori in ritirata dal paese dei cialtroni
Secondo un sondaggio BofA l’Italia è all’ultimo posto nei paesi dove investire
Roma. Nonostante le buone performance della Borsa italiana dal primo gennaio di quest’anno – l’indice complessivo è aumentato del 16,5 per cento a quota 23.503; il che tuttavia non compensa la discesa dai 26.884 punti del 7 maggio 2018, con una perdita netta del 13 per cento – prosegue la ritirata dall’Italia degli investitori finanziari, ritirata che secondo gli analisti dovrebbe proseguire e accentuarsi nei prossimi dodici mesi.
Un sondaggio a livello globale tra i gestori di fondi condotto da March Fund Manager Survey, pubblicazione mensile di Bank of America Merrill Lynch, colloca l’Italia anche per questo mese all’ultimo posto tra i paesi europei nei quali investire. L’indice netto tra chi investe e disinveste è pari a marzo a meno 35 (-53 a febbraio), risultato peggiore al Regno Unito nonostante il caos Brexit (-28 e marzo, -21 a febbraio): unici due paesi a mostrare un saldo negativo.
Dall’altro lato della classifica svetta la Spagna, con indice positivo a marzo di 25, in aumento dal +17 di febbraio. Seguono Svizzera (+20), Germania (+10), Olanda (+8), Francia e Svezia (+7). Rispetto a febbraio l’indice di appetibilità per gli investitori della Germania si è ridotto di un terzo, subendo la performance peggiore, tuttavia è rimasto positivo; in sintonia con l’indice Zew di fiducia degli investitori tedeschi. E’ risultato di -3,6 punti, superiore alla media delle stime (-11) e al -13,4 di febbraio. Segno che i rischi per l’andamento dell’economia vengono ridimensionati nonostante la debolezza del settore auto e la ricerca di un consolidamento, tra fusioni e alleanze, in quello bancario. Resta a livello globale un atteggiamento verso l’Europa molto cauto da parte dei money manager (la linea prevalente è di non investire su orizzonti lunghi), all’interno del quale, come per i titoli pubblici, esiste un problema di spread italiano. Il mercato finanziario italiano è considerato il 60 per cento meno appetibile di quello spagnolo, il 55 di quello svizzero, il 45 di quello tedesco, il 42 di quello francese. Si tratta appunto di fondi, quindi di Borsa. Quanto agli investimenti diretti in infrastrutture aspettiamo il mitico sblocca cantieri. Nel frattempo si può però osservare la fuga dall’Italia.