Il governo gialloverde porta il paese in recessione, dice l'Ocse
Pil negativo (-0,2 per cento), deficit e debito pubblico in aumento nel 2019. Quota cento e reddito di cittadinanza non serviranno a stimolare la crescita. Di Maio: "Sappiamo cosa facciamo"
Non ci sono molti spiragli positivi nel rapporto Ocse sull'economia italiana presentato oggi a Roma dal segretario generale Angel Gurría: la spesa pubblica prevista dal governo Lega-M5s non aiuterà il paese a crescere né a resistere al rallentamento globale dell'economia. Come anticipato a marzo con l'Interim Economic Outlook, che offriva una panoramica dei paesi Ocse, l'Italia sarà l'unico paese in Europa a finire in recessione, con una contrazione del pil dello 0,2 per cento nel 2019. Il segno più dovrebbe tornare nel 2020, fermandosi a un timido più 0,5 per cento. Intanto gli effetti delle misure espansive contenute nella legge di Bilancio si faranno sentire sul disavanzo pubblico, che crescerà dal 2,1 per cento del 2018 al 2,5 per cento del 2019, fino al 3 per cento del 2020. Il debito pubblico, secondo le previsioni contenute nel rapporto, salirà dal 132 per cento del 2018 al 134 per cento del 2019 e al 135 per cento nel 2020.
Oltre a dare un quadro macro dell'economia italiana, il rapporto Ocse si sofferma sulle due misure cardine del governo gialloverde, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Su quota cento il giudizio è completamente negativo. "L'abbassamento dell'età pensionabile, anche se temporanea, potrebbe portare a un rallentamento della crescita sul medio periodo a causa della riduzione del numero degli occupati di età più avanzata e del peggioramento delle diseguaglianze intergenerazionali". Secondo l'organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico, per "stimolare una crescita sostenuta e inclusiva" l'Italia deve "abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato e mantenere il nesso tra l'età pensionabile e la speranza di vita".
Sul reddito di cittadinanza, invece, le osservazioni dell'Ocse si allineano a quanto notato da altri istituti, segnalando il rischio di scoraggiare l'occupazione, specialmente nelle regioni dove i salari sono mediamente più bassi. "La legge di bilancio del 2019 mira giustamente ad aiutare i più svantaggiati grazie al reddito di cittadinanza – spiega l'organizzazione in una nota – ma si dovrà fare attenzione a non rendere meno attraenti gli incentivi all’occupazione per non creare circoli viziosi della povertà. Il livello elevato del reddito di cittadinanza, rispetto ad altri paesi dell'Ocse, potrebbe infatti scoraggiare la ricerca di posti di lavoro nell'economia formale, specialmente nelle regioni dove i salari sono più bassi". I suggerimenti del rapporto per l'esecutivo italiano propongono di "introdurre un regime di prestazioni per chi esercita un'attività lavorativa e di diminuire il reddito di cittadinanza".
Per "stimolare una crescita sostenuta e inclusiva – ha detto Gurria, l'Italia – deve elaborare un programma pluriennale di riforme istituzionali, economiche e sociali e non abrogare le importanti misure adottate negli ultimi anni". Il riferimento, si legge nel rapporto è alla Buona Scuola, "che ha assicurato maggiore autonomia e risorse alle scuole", al piano Industria 4.0 e al Jobs Act, misure che l'attuale governo ha smantellato (nel caso del lavoro) o abbandonato (nel caso degli incentivi per lo svecchiamento tecnologico delle imprese).
Durante la presentazione del rapporto, Gurría ha ricordato che "l'economia italiana presenta grandi punti di forza: le esportazioni, i consumi privati, i flussi di investimenti e il dinamismo del settore manifatturiero hanno favorito la crescita di questi ultimi anni, mentre le riforme del mercato del lavoro hanno contribuito a un aumento del tasso di occupazione di 3 punti percentuali dal 2015 a oggi". Ma il messaggio è chiaro: "Se non si adottano politiche sostenibili in materia di spesa pubblica e fiscalità, il margine di manovra per migliorare le infrastrutture, fornire sostegno ai più svantaggiati ed erogare servizi all'altezza delle aspettative sarà inevitabilmente ridotto".
"No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!", ha risposto su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio. Il ministri grillino ha respinto le osservazioni dell'Ocse e ha parlato di ingerenza da parte dell'organizzazione internazionale: "Rispetto l'opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto".