La rappresaglia americana contro l'Europa sul caso Airbus-Boeing
Trump usa una vecchia querelle per colpire la compagnia europea e tentare di tamponare la crisi di Boeing
Milano. L’ultima cosa di cui l’Europa ha bisogno è una guerra commerciale con gli Stati Uniti. È questa la reazione che hanno avuto gli osservatori dei mercati alla notizia che il presidente americano, Donald Trump, minaccia di imporre dazi per un valore di 11 miliardi di dollari sui prodotti europei. L’annuncio, come spesso accade, è arrivato con un tweet di Trump, secondo il quale l’Unione europea sarebbe colpevole di sostenere con aiuti economici la produzione di Airbus, che sono i diretti concorrenti degli aerei Boeing realizzati in America, asserendo che questo è quanto verificato dall’Organizzazione mondiale del commercio.
“L’Unione europea si è approfittata degli Stati Uniti sul commercio per molti anni. Presto si fermerà!”, ha twittato il presidente americano. La replica della Commissione europea non si è fatta attendere. “Abbiamo avviato i preparativi per adottare misure analoghe di rappresaglia nel caso degli aiuti americani alla Boeing”, ha detto il portavoce della Commissione, Daniel Rosario. Per l’Europa è l’ennesima grana in una fase di rallentamento economico e già segnata da fattori d’incertezza come la Brexit. Il rischio è che di fronte alla prospettiva di una guerra commerciale tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti si accentui il deflusso in atto di capitali verso mercati esterni alla zona euro.
Ma che cosa ha acceso la miccia? Le parole utilizzate sia da Trump sia dalla Commissione europea fanno riferimento alla disputa tra Europa e Stati Uniti sul caso Airbus-Boeing, i due produttori di aeromobili da sempre in concorrenza tra loro. La Casa Bianca ha giustificato, dunque, l’imposizione di nuove tariffe con i danni che gli Stati Uniti avrebbero subito negli scambi con l’Unione europea a causa dei sussidi offerti al produttore europeo Airbus. Non è un caso che in cima alla lista delle merci che rischiano di essere penalizzate dagli aggravi di prezzo minacciati dalla Casa Bianca ci siano i jet Airbus e le loro componenti, oltre ai prodotti alimentari, tra i quali oli, vini e formaggi italiani.
Sembra dunque che Trump abbia delle ragioni nel decidere una nuova guerra commerciale con l’Europa. Anche se nella rappresaglia americana c’entrano probabilmente anche il recente accordo per l’ordine di circa 300 Airbus da parte della Cina nella recente visita di Xi Jinping a Parigi e le difficoltà di Boeing per l’incidente in Etiopia che ne ha messo in discussione i sistemi di navigazione. “Quando l’Unione europea metterà fine a questi sussidi dannosi, i dazi addizionali potranno essere revocati”, ha detto il responsabile per il commercio degli Stati Uniti, Robert Lighthizer. A sentire l’Unione europea, però, la verità è opposta a quella che dice Trump. La disputa commerciale sul caso Airbus-Boeing, in corso da molti anni, si è conclusa, infatti, il 28 marzo scorso con una sentenza favorevole all’Europa da parte dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc).
Storia della disputa (chiusa) con l’Ue
Nella querelle internazionale, riassunta sul sito della Commissione europea è stata l’Ue a protestare per prima contro i sostegni offerti negli anni al gruppo Boeing dal governo americano, aiuti che non sono mai stati rimossi. Nella sentenza finale, l’Omc si è schierata con l’Ue affermando che diverse misure americane, in particolare il programma fiscale dello stato di Washington e gli incentivi commerciali della Carolina del sud, sono in realtà sussidi. L’organo d’appello dell’Organizzazione ha respinto tutte le eccezioni che sono state presentate dagli Stati Uniti a favore di Boeing. Secondo quanto affermato da Cecilia Malmström, commissario europeo per il Commercio, l’Omc ha risolto definitivamente questo caso, confermando che gli Stati Uniti hanno continuato a sovvenzionare Boeing nonostante le richieste in senso contrario. “Le aziende europee devono essere in grado di competere a condizioni eque e uguali e la sentenza di oggi è importante in questo senso”, ha detto la Malmström.
Nella stessa sentenza, l’Omc afferma che ad oggi il produttore americano continua a usufruire di alcune misure di sostegno all’esportazione che erano già state definite illegali nelle fasi iniziali della disputa e che tra il 1989 e il 2006 Boeing ha beneficiato di sussidi Nasa e altri sostegni per oltre 5 miliardi di dollari, sovvenzioni che hanno consentito al produttore di vendere i suoi aerei a un prezzo più basso, a scapito di Airbus. “L’Unione europea si aspetta che gli Stati Uniti si conformino prontamente a questa sentenza finale”, scriveva la Commissione europea 13 giorni fa. Trump ha risposto proponendo dazi che saranno soggetti a una consultazione pubblica negli Stati Uniti e all’arbitrato presso l’Organizzazione mondiale per il commercio, che dovrebbe presentare le sue conclusioni in estate. Nel frattempo, un altro grave fattore d'incertezza pesa sull'Europa.