Perché la Bce lascerà invariati i tassi più a lungo possibile
Mercati positivi in attesa di Draghi. Secondo gli analisti, le sue parole saranno pesate per capire quanto durerà la politica monetaria accomodante. Recupera la produzione industriale italiana a febbraio ma l'auto fa -10 per cento
Milano. I mercati oggi guardano con grande interesse e un po' di apprensione alla riunione del Consiglio direttivo della Bce prevista per ora di pranzo sotto la presidenza di Mario Draghi. Dal meeting non sono previste grandi novità rispetto a marzo scorso, quando è stata confermata la decisione di tenere invariati i tassi per tutto il 2019 ed è stata annunciato il terzo round di Tltro, i prestiti agevolati alle banche. Ma l'opinione condivisa da tutti gli analisti finanziari è che le parole di Draghi saranno determinanti per pesare quanto 'accomodante' sarà e per quanto tempo la politica monetaria della Banca centrale europea. In pratica i mercati cercano di individuare l'orizzonte del rialzo dei tassi (si allontanerà ulteriormente o si vede già da adesso l'inizio?) sulla base delle preoccupazioni che potrebbero essere espresse sulla crescita economica e le prospettive di inflazione.
Comprendere la direzione in cui si sta andando è ritenuto fondamentale per le decisioni di investimento poiché l'attuale politica di tassi zero, o negativi se si considerano quelli di deposito, rappresenta una misura indispensabile di sostegno ai mercati quando la congiuntura è debole come in questa fase ma, allo stesso tempo, è una condizione che le banche non possono reggere a lungo perché si contraggono i loro margini di profitto seppure rappresenti un beneficio in termini di liquidità. Per questo motivo sono attese con particolare ansia i dettagli operativi sui prestiti Tltro che partiranno da settembre, dopo che si è diffusa la convinzione che potrebbero essere strutturati in maniera meno conveniente rispetto all'ultima edizione.
Secondo l'analisi di Allianz Global Investor, la politica accomodante della Bce è destinata a proseguire oltre la fine del 2019 e l'Eurotower intende preservare la capacità delle banche di finanziare l'economia dell'Eurozona alleggerendo il peso del tasso d'interesse negativo sui depositi (attualmente pari a -0,4 per cento). "E' possibile che la Bce annunci la creazione di una linea di deposito multi-tier, sulle orme delle banche centrali di Svizzera, Giappone, Danimarca e Svezia – spiega Franck Dixmier, responsabile degli investimenti sul reddito fisso di Allianz Global Investor – In questo caso la tassazione delle riserve in eccesso delle banche scatterebbe al di sopra di una certa soglia, diversa per ogni istituto". Dixmier ritiene che la Bce si sia servita degli ultimi comunicati per dimostrare di avere ancora margini di manovra – al di là del Quantitative easing che fa già parte degli strumenti a disposizione – e che la politica monetaria non ha raggiunto i suoi limiti. Nello stesso tempo, la Banca centrale europea opera in un contesto condizionato dalla Federal Reserve, che sempre oggi renderà pubblici i verbali dell'ultima riunione, da cui sono attese indicazioni sulla 'pausa' nel percorso di rialzo dei tassi che il presidente Jerome Powell ha fatto scattare alla fine del 2018 su pressione anche del presidente Donald Trump.
In questo contesto oggi le Borse europee sono ben intonate con Piazza Affari, che si allinea in lieve rialzo dopo le prime ore di negoziazioni messa di buon umore anche dalla crescita della produzione industriale. Nel mese di febbraio l'Istat ha registrato +0,8 per cento rispetto al mese precedete, +0,9 per cento su base annua, la seconda variazione positiva dopo quattro cali consecutivi. L'istituto di statistica, però, avverte: la congiuntura economica resta complessivamente debole e il buon risultato è dovuto soprattutto ai beni di consumo più che ai beni strumentali. A penalizzare la produzione industriale italiana, infine, resta il settore degli autoveicoli che fa segnare un calo a febbraio del 10 per cento.