Borsa in rosso nel giorno delle assemblee di Unicredit e Mps
Sull'istituto guidato da Mustier la Commissione europea ha avviato un'indagine per attività di trading su titoli di stato dal 2007 al 2012. Mentre sulla banca senese pesa il nodo dell'uscita del Tesoro, il maggior azionista
Milano. Le assemblee di Unicredit e Mps (la prima in corso a Milano e la seconda a Siena) sono gli eventi clou di una giornata negativa per Piazza Affari, che perde lo 0,8 per cento dopo le prime ore di negoziazioni. I mercati europei (oggi tutti tendenzialmente negativi) stanno ancora metabolizzando le valutazioni emerse dalla riunione della Bce di ieri, in cui la banca centrale si è detta disposta a fare tutto il possibile per sostenere l'economia dell'Eurozona, prolungando la politica monetaria accomodante, ma ha poi solo dato la disponibilità a valutare misure per attenuare gli effetti dei tassi di deposito negativi (alcuni analisti tedeschi avevano previsto, invece, che ci sarebbe stato un annuncio già ieri) e ha rinviato a giugno i dettagli sulla nuova tornata di prestiti Tltro alle banche. Nessuna novità sostanziale, dunque, all'interno di un quadro di rallentamento economico dell'area euro che sembra destinato a consolidarsi soprattutto per l'Italia, le cui stime di crescita per il 2019 sono state riviste nettamente al ribasso dallo stesso governo all'interno del Def.
La giornata delle banche italiane vede protagonista l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier, su cui è appena piombata una grana di un'indagine avviata dalla Commissione europea su attività di trading svolte su titoli di stato nel periodo che va dal 2007 al 2012 e che sarebbero avvenute in violazione di normative antitrust. Unicredit - il cui titolo perde quasi il 2 per cento in Borsa - deve rispondere ai rilievi mossi entro la fine aprile e rischia una multa fino al 10 per cento del fatturato. Intanto, in un'intervista alla Stampa, il presidente Fabrizio Saccomanni ha smentito ogni ipotesi di fusione o aggregazione domestica o crossborder.
Ma ricca di spunti è anche l'assemblea di Mps che approva i conti del 2018 con un utile di 279 milioni di euro, dopo il rosso da 3,5 miliardi del 2017. Fra i temi caldi spicca ovviamente il destino del maggiore azionista di Mps, il Tesoro, che detiene una quota di oltre il 68 per cento. L'uscita dello Stato dalla banca senese è prevista per il 2021 ma entro la fine di quest'anno, il governo deve riferire alla Dg Comp europea i termini della way out, tema che riapre anche quello di una possibile fusione-aggregazione con un altro gruppo bancario. In sospeso resta anche la questione dell'azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici, che è stata riproposta dalla Bluebell di Giuseppe Bivona.
Dalle banche ai cavi per le telecomunicazioni, il gruppo Prysmian ha fatto un tonfo in Borsa stamattina di quasi il 7 per cento - aggravando la perdita che ha subito il titolo nell'ultimo anno (è arrivato a perdere oltre un terzo del suo valore) - a causa dei continui problemi che sono sorti nella costruzione del cavo sottomarino di trasmissione tra l'Inghilterra e la Scozia, Westerlink. La società ha chiesto di rinviare la convocazione dell'assemblea dei soci prevista per il 17 aprile per poter calcolare gli effetti dei ritardi e di alcune cause di risarcimento sui conti del 2018.