“Schizofonia” italiana in onda sui mercati
C’è chi parla bene agli investitori (Draghi) e chi fa caciara (i gialloverdi)
Parlare ai mercati non è facile. Mario Draghi, si sa, è abile. Al punto che dopo la riunione interlocutoria di ieri della Banca centrale europea alcuni giornalisti hanno fatto notare come il presidente sembri dire quello che i mercati vogliono sentirsi dire. In una condizione di debolezza dell’economia dell’Eurozona, in effetti, Draghi ha detto di essere di nuovo pronto a tutto (tassi a zero oltre il 2019, prestiti alle banche, ipotesi di riuso del Quantitative easing) e – da notare – l’idea di non considerare più il target di inflazione del 2 per cento “un ceiling fisso”, cioè come un limite invalicabile. L’idea (non ortodossa) che nell’armamentario Bce ci sia la possibilità di superare (overshoot) l’obiettivo di inflazione significa contemplare una politica monetaria ultra accomodante al fine di raggiungere l’obiettivo del 2 per cento che, al momento, è lontano. Una sicurezza in più per gli investitori. Chi non sa parlare ai mercati è il governo gialloverde. La banca americana Citi ha pubblicato il “barometro della paura”.
Dove ai picchi dell’onda corrispondono “toni accesi” (tipo Italexit) con mercati negativi, ai valli i “toni riparatori” con sollievo per i mercati. Una “schizofonia”. Visto che da inizio anno la Borsa è in spolvero e lo spread è in calo è ragionevole pensare che il governo tornerà a spararle più grosse prima delle europee. Gli investitori dovrebbero preoccuparsi.