Giovanni Tria (foto LaPresse)

Secondo Tria non c'è da preoccuparsi per le previsioni economiche dell'Ue

Mariarosaria Marchesano

Ma l'Istat avverte che l'economia italiana è a rischio ribasso e per l'Ocse i redditi crescono meno del pil. Sui rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti pesano i nuovi dazi di Trump

Milano. Il ministro delle Finanze, Giovanni Tria, dice di non temere le nuove previsioni economiche sull'Italia in arrivo oggi da Bruxelles in una giornata in cui i mercati europei stanno ancora contando i danni del nuovo round sulla guerra dei dazi. Intanto l'Istat, nella sua nota mensile, avverte: “L'economia italiana è ancora caratterizzata da rischi al ribasso”, seppure ad aprile l'indicatore anticipatore ha registrato una flessione meno marcata rispetto ai mesi precedenti, prospettando un “possibile miglioramento dei ritmi produttivi”. Dal punto di vista della congiuntura, dunque, la flessione si va attenuando ma gli italiani non ne beneficiano. Secondo l'Ocse, i redditi in Italia sono calati nel quarto trimestre del 2018 più del pil (-0,4 per cento) a fronte di un aumento medio registrato nei paesi dell'area dello 0,5 per cento e dello 0,7 per cento se si considera l'area dei paesi G7.

   

Intanto, i mercati del Vecchio continente stanno cercando di prendere le misure sulla decisione di Donald Trump di applicare nuovi aumenti di tariffe sulle merci cinesi. I listini mostrano un andamento incerto con Piazza Affari che tenta di recuperare le perdite di ieri con un rimbalzo dello 0,4 per cento a metà mattina. “Avendo passato la maggior parte di quest'anno nell'attesa positiva che i negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti potessero portare a qualche forma di compromesso, gli investitori hanno dovuto fare in conti con la realtà dopo che il presidente Trump ha paventato l'ipotesi che le tariffe su 200 miliardi di dollari di beni cinesi saliranno dal 10 al 25 per cento a partire da venerdì prossimo e ha fatto intravedere la possibilità di nuovi dazi su ulteriori 325 miliardi di dollari di beni nel prossimo futuro”, ricostruisce Michael Hewson, analista di Cmc Market.

  

“Queste tariffe sarebbero dovute entrare in vigore all'inizio di marzo, ma sono state rinviate al fine di mantenere viva la prospettiva  che un accordo prendesse forma, dopo i primi progressi iniziali. Ma gli ultimi eventi sembrerebbero suggerire che, nonostante le attese ottimistiche, il raggiungimento di un'intesa sembra ancora avere molta strada da percorrere”. La mossa di Trump, mette ancora in evidenza Hewson, appare di cattivo auspicio per i futuri colloqui commerciali tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, sensazione percepita chiaramente dai mercati. Non a caso, a essere maggiormente colpiti dalle vendite ieri sono stati i settori più esposti alle crescenti tensioni,  in particolare l'automobilistico che ha sopportato il peso maggiore delle perdite.

 

Sulle tensioni tra Cina e America sono intervenuti stamattina sia Tria che il suo omologo francese, Bruno Le Marie, nel Forum di Parigi sulla sostenibilità del debito, invitando i paesi coinvolti a “evitare decisioni capaci di minacciare la crescita mondiale nei prossimi mesi”. In particolare, il ministro italiano ha detto di sperare che ci sarà un'intesa perché l'Italia è un paese esportatore ed è dunque una questione cruciale. “Noi abbiamo sempre dichiarato che siamo per mantenere il più possibile il libero commercio a livello internazionale. Se questo è importante per la Francia, lo è ancora di più per l'Italia e per la Germania”, ha dichiarato Tria.