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Carige da brivido

Perché l’addio di BlackRock inguaia il salvataggio sia privato sia pubblico

L’abbandono di BlackRock fa diventare il soccorso di Carige un horror bancario. Riunitosi a New York, il comitato investimenti del principale fondo gestore di patrimoni del mondo ha dato parere negativo all’investimento nella banca genovese dopo settimane di trattative lasciando poco tempo per cercare un altro potenziale azionista disposto a procedere a un aumento di capitale, il termine per presentare un’offerta è il 17 maggio.

 

La decisione del colosso americano – che ha valutato nel merito la fattibilità di un intervento – pregiudica la ricerca di una soluzione privata che il governo caldeggia ricalcando la posizione degli amministratori della banca commissariata dalla Banca centrale europea a inizio anno dopo il flop del terzo aumento di capitale in tre anni. Se un investitore con le spalle larghe preferisce ritirarsi chi altri potrebbe?

 

Carige sta cercando investitori di altro tipo, non gestori patrimoniali, ma di private equity. Per la reputazione nazionale è comunque un altro colpo e dimostra, ancora una volta, l’isolamento dell’Italia guidata da Lega e M5s. Nemmeno per Alitalia il governo è riuscito a garantire l’ingresso di un partner industriale con una quota importante per salvare la compagnia. Serve una trattativa con la Vigilanza della Bce per chiedere una proroga della scadenza per le offerte per avere più tempo. Altrimenti si apre l’opzione di un intervento pubblico su modello del Monte dei Paschi. Solo che Carige non è una banca in “territorio rosso” né una banca “renziana” come Etruria. Insiste su Genova e Liguria governate dal centrodestra, i cui amministratori assicuravano soluzioni rapide, un po’ come la ricostruzione del Ponte Morandi. Un intervento pubblico, benché invocato in passato da Matteo Salvini, sarebbe non solo al limite per finanze pubbliche stressate ma anche politicamente impalatabile sotto elezioni europee. Al di là della salvaguardia dei posti di lavoro, che verrebbero falciati pure con una ristrutturazione necessaria anche per l’eventuale stato azionista, come giustificherebbe, questo governo, un “regalo” ai banchieri che ha sempre odiato?

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