Per l'Ocse l'Italia ha smesso di crescere
L'Istituto di Parigi stima che il nostro pil si fermerà allo zero per cento quest'anno. Debito pubblico e disoccupazione in aumento. Servono "infrastrutture, istruzione e un quadro normativo stabile"
Dalla recessione alla stagnazione: potrebbe cambiare così, secondo l'Ocse, lo scenario economico italiano nel 2019. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha ritoccato le previsioni di crescita per l'Italia nel suo Economic Outlook semestrale pubblicato oggi. Invece di un pil di meno 0,2 per cento, come previsto a marzo, l'Ocse si aspetta una crescita dello zero per cento quest'anno e dello 0,6 per cento il prossimo, entrambi dati inferiori a quanto previsto dal governo nel documento di economia e finanza. Una crescita bassa che, sommata ai maggiori costi per gli interessi e al maggiore deficit, porta l'Ocse a stimare un aumento del debito pubblico che potrebbe raggiungere il 135,5 per cento nel 2020. Per l'Organizzazione, l'Italia sta puntando nella direzione sbagliata inseguendo un progetto di riforma fiscale basato sulla flat tax e su quota 100: "Se vuole rilanciare la crescita, che è il suo principale problema, l'Italia deve investire di più nelle infrastrutture e nell'istruzione e snellire l'amministrazione pubblica, rendendo il quadro normativo più stabile", ha detto il capo economista Laurence Boone.
Sulla possibilità di sforare il tetto del 3 per cento fissato dal patto di Stabilità, ripetuta più volte dal vicepremier Matteo Salvini nei giorni scorsi, l'Ocse si aspetta che il governo scelga la linea moderata e prevede che il rapporto deficit/pil finirà con l'attestarsi sul 2,4 per cento quest'anno e sul 2,9 per cento il prossimo. Mauro Pisu, l'economista che guida il desk Italia e Grecia, ha detto a Radiocor che "un confronto con la Ue avrebbe conseguenze estremamente negative sullo spread" e per questo "qualsiasi cosa si guadagni in termini di spazio fiscale con la non-implementazione di alcune misure, verrebbe persa a causa dell'aumento dello spread". Motivazioni che bastano all'Ocse per credere che il governo cercherà di recuperare parte dei 23 miliardi che servono per le clausole di salvaguardia con un aumento, almeno parziale, dell'Iva. "Per quanto alcuni membri del governo assicurino che non ci sarà alcun incremento, noi prendiamo in considerazione le leggi che il Parlamento italiano ha approvato. Le politiche che l'Italia dovrebbe implementare – spiega Pisu – dicono che l'Italia aumenterà l'Iva nel 2020, anche se non per l'intero importo previsto, che sarebbe veramente alto. Se l'Italia non aumentasse l'Iva e in assenza di misure compensative, il deficit sfonderebbe il 3 per cento, arrivando al 3,3-3,4 per cento".
Tra gli altri dati negativi che l'Ocse ha messo in fila nel suo Outlook, c'è anche l'incremento della disoccupazione dal 10,6 per cento del 2018 all'11,7 di quest'anno, fino al 12,3 per cento del prossimo. Così, nelle stesse ore in cui il ministro dell'Economia Giovanni Tria spiegava in tv al programma Agorà che il governo intende andare avanti sulla strada della flat tax, Pisu ha invece spiegato a Radiocor il punto di vista dell'Ocse, che boccia il provvedimento: "Va nella direzione di rendere il sistema fiscale meno progressivo e meno equo – ha detto – e non darà particolari vantaggi alle persone a basso reddito, che non saranno incentivate al lavoro. Nel caso delle aziende, invece, la flat tax crea incentivi per restare piccole, mentre l'Italia ha bisogno di aziende più grandi per crescere".