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Cosa rischiano l'euro e le banche italiane dopo il voto europeo

Mariarosaria Marchesano

I grandi investitori continuano a interrogarsi sull'esito delle elezioni di domenica che avrà un impatto diretto sulla politica economica dell'Unione

Milano. “Se queste elezioni cementassero l'aumento del populismo nell'Unione europea, è probabile che l'ulteriore livello di incertezza si ripercuoterà sui calcoli a più lungo termine degli investitori sulla futura crescita europea e sulla sopravvivenza della zona euro”. Così il gruppo d'investimenti statunitense State Street esprime le sue preoccupazioni sull'esito della consultazione per il rinnovo del Parlamento europeo. L'appuntamento elettorale è per domenica ma, si è già votato in Inghilterra e Olanda. E mentre Theresa May annuncia che si dimetterà il prossimo 7 giugno, in Olanda gli exit poll diffusi danno in vantaggio i laburisti e in netto calo i populisti di Geert Wilders che si fermano al 4 per cento.  

 

Nonostante il rimbalzo sui mercati dopo il tonfo di ieri (le principali Borse europee sono tutte positive con Piazza Affari che guadagna l'1,4 per cento a metà mattina), i grandi operatori finanziari continuano a interrogarsi sul risultato finale delle urne riconoscendo che mai come oggi potrebbe esercitare un forte impatto sulla politica economica europea, e quindi sui mercati finanziari. Il nuovo Parlamento, infatti, sarà in grado di influenzare direttamente le nomine dei leader delle principali istituzioni europee.

 

“Se, ad esempio, l'esito delle elezioni parlamentari portasse all'elezione di un finlandese o di un tedesco a presidente della Commissione Europea, in pratica ciò escluderebbe queste due nazioni dalla presidenza della Banca centrale europea. Ciò, a sua volta, aumenterebbe le possibilità di un presidente della Bce entrante più dovish, cioè più 'colomba', dato che la maggior parte dei contendenti più favorevoli a una politica restrittiva provengono dalla Germania e dalla Finlandia. L'esito finale non dipenderà solo dai risultati elettorali, ma anche dall'accordo politico che ne conseguirà. Un forte sostegno al gruppo Alde di Macron porterebbe probabilmente a un candidato di compromesso per la presidenza della Commissione”, riflettono gli analisti di State Street.

 

Oltre a influenzare le nomine dell'Unione europea, secondo l'analisi del gruppo americano, le elezioni parlamentari potrebbero avere conseguenze significative per i governi nazionali come indicatore dell'umore dell'opinione pubblica, innescando potenziali “correzioni politiche a sorpresa”. I paesi con elezioni all'orizzonte saranno probabilmente i più vulnerabili ai cambiamenti politici. “Tra le elezioni previste per il 2019 ci sono Grecia, Portogallo e Polonia, mentre è probabile che l'Italia debba affrontare elezioni anticipate prima della fine dell'anno. Infine, per Francia e Germania, le elezioni parlamentari sono una sorta di verdetto intermedio sugli attuali governi e potrebbero plasmare profondamente la loro propensione alle riforme a livello nazionale ed europeo”.

 

Quali saranno le conseguenze per i mercati? “Attualmente stanno prezzando la possibilità che i partiti anti-mainstream si aggiudichino circa il 30 per cento dei seggi. Tuttavia, se superassero i sondaggi e ottenessero più di un terzo dei seggi, l'impatto in termini procedurali non sarebbe pienamente evidente. Ciò peggiorerebbe significativamente il contesto politico e ridurrebbe la probabilità di attuazione delle riforme necessarie per l’Eurozona. Qualsiasi deviazione importante verso l'alto o verso il basso è suscettibile di generare una modifica significativa dei prezzi, in particolare del tasso di cambio dell'Euro (rispetto alle valute non europee del G10), semplicemente sulla base del sentiment”, spiega State Street. 

 

Infine, a seconda delle implicazioni per la presidenza della Bce, l'euro potrebbe subire forti oscillazioni. Analogamente è probabile che le obbligazioni sovrane rispondano al sentiment generale e a qualsiasi cambiamento nell'orizzonte di politica monetaria. Infine, anche le azioni europee fortemente influenzate dalla politica, come quelle delle banche italiane, potrebbero essere molto sensibili a qualsiasi rivalutazione del contesto. “Il valore di queste azioni aumenterebbe se i partiti tradizionali superassero le previsioni o al contrario diminuirebbe se i risultati fossero inferiori alle aspettative”, conclude il rapporto.