Fca-Renault, le Borse brindano alla fusione. Ma la Lega avverte: “Niente scherzi dai francesi”
Il gruppo torinese conferma di aver avanzato la proposta per dar vita al terzo polo mondiale dell'automotive con 8,7 milioni di veicoli. Borghi e Garavaglia mettono le mani avanti
Milano. “Ben venga l'accordo tra Fca e Renault purché ci siano sempre le fabbriche attive in Italia”. Così il viceministro dell'Economia, il leghista Massimo Garavaglia, ha commentato la notizia dell'accordo allo studio tra le due case automobilistiche, confermato da un comunicato di Fca dopo le indiscrezioni che si sono rincorse per tutto il weekend. Preoccupato anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi: “L'importante è che la presenza dello Stato francese in Renault non venga presa come una scusa per fare scherzi”. Appena uscita vincitrice dalle urne delle Europee, la Lega di Matteo Salvini coglie quindi l'occasione per mettere le mani avanti su una maxi operazione che vede coinvolte Italia e Francia nella creazione del terzo polo automobilistico mondiale, insieme anche con Nissan e Mitsubishi.
@fcagroup SUBMITS PROPOSAL FOR A TRANSFORMATIVE MERGER WITH@Groupe_Renault TO CREATE PREEMINENT GLOBAL AUTOMOTIVE GROUPhttps://t.co/4ISN15EvkY pic.twitter.com/VYNd96jOkr
— FCA Group (@fcagroup) May 27, 2019
Se però la politica si mostra guardinga, insieme anche con i sindacati che temono la chiusura di fabbriche in Italia e la perdita di posti di lavoro (cosa smentita da Fca secondo cui “la fusione non comporterà nessuna chiusura di stabilimenti”) , la Borsa sembra apprezzare la partecipazione di Fca a una grande alleanza mondiale nell'automotive. Il titolo Fca ha aperto la seduta stamattina a Piazza Affari con un exploit di acquisti che lo ha fatto crescere del 18 per cento nelle prime ore di scambi. In forte crescita anche le azioni della cassaforte di casa Agnelli, Exor (+11 per cento). Stesso apprezzamento anche per Renault al listino di Parigi, dove guadagna il 15-16 per cento arrivando a quotare quasi 58 euro. Al di là di quello che può essere l'appeal speculativo dell'operazione, i mercati sembrano ritenere che ci siano le basi per la creazione di valore nel nuovo gigante dell'auto che farebbe capo a una società olandese.
Secondo la nota diffusa da Fca, è stata presentata a Renault una proposta di fusione per far nascere una società controllata al 50 per cento dalle due parti e con una struttura di governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti. Gli altri punti salienti del piano proposto dalla casa automobilistica torinese prevedono: la nascita del terzo più grande Original equipment manufacturer (Oem) con 8,7 milioni di veicoli venduti e una forte presenza di mercato nelle regioni e nei segmenti chiave; un portafoglio marchi in grado di garantire una copertura completa del mercato, dal segmento luxury fino al mainstream; un posizionamento di mercato nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma. Sul piano degli effetti finanziari, il nuovo gruppo potrebbe godere di sinergie per 5 miliardi di euro in aggiunta alle sinergie già esistenti nell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi; un bilancio che garantirebbe una solida politica di dividendi e ulteriori benefici pari a 1 miliardo per gli altri partner dell'alleanza a livello singolo.
Nel comunicato, Fca ha tenuto a precisare che “i benefici dell'operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali di veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e tecnologie”. E ancora: “Il consiglio di amministrazione di Fca crede fermamente che l'aggregazione, che avrebbe la dimensione, l'esperienza e le risorse per destreggiarsi con successo nell'industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti in entrambe le società e per i principali stakeholder”.