Quello che Di Maio non sa, o finge di non sapere, su Whirlpool
Il ministro minaccia di riprendersi 15 milioni di incentivi (ma sarebbero solo 8). L’azienda ribadisce di non voler chiudere lo stabilimento di Napoli, ma venderlo. E così si rischia di scoraggiare potenziali acquirenti
Con un video su Facebook il ministro Luigi Di Maio ha minacciato di revocare i finanziamenti pubblici di cui ha beneficiato Whirlpool se lo stabilimento di Napoli verrà chiuso. “Lo Stato ora si fa rispettare – l'affondo del ministro dello Sviluppo – È una settimana che ho detto a Whirlpool, che siccome hanno firmato un accordo con me, che lo stabilimento di Napoli va tenuto aperto. È assurdo e inaccettabile che dopo un accordo con il governo e i sindacati in cui il gruppo si impegnava in un accordo a mantenere aperti tutti gli stabilimenti in Italia ora ci dicono che vogliono disimpegnarsi dallo stabilimento di Napoli: non è accettabile. Dal 2014 ad oggi hanno preso 50 milioni e io inizio a revocare i fondi”.
Il vicepremier non sembra voler prendere minimamente in considerazione la posizione dell'azienda che in una nota ha fatto sapere che “in linea con il piano industriale firmato lo scorso ottobre non intende procedere alla chiusura del sito di Napoli, ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito”. La nota, diffusa dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio, chiarisce quello che già il 31 maggio era stato spiegato: Whirlpool vuole vendere l'impianto campano, non chiuderlo. Una differenza di non poco conto che potrebbe comunque garantire l'occupazione dei 420 dipendenti se nella cessione degli impianti si mettessero nero su bianco vincoli per gli acquirenti sui livelli minimi di occupazione.
In un'intervista radiofonica andata in onda questa mattina su Rtl, Di Maio ha parlato di 15 milioni euro di incentivi che possono essere chiesti indietro, con una direttiva che il ministro si è detto pronto a firmare in giornata, alla vigilia dell'incontro con l'azienda fissato per domani. Whirlpool ha ricevuto 27 milioni di fondi pubblici, a fronte di oltre 800 milioni di investimenti garantiti dal 2014 a oggi. I 15 milioni a cui si riferisce Di Maio sono stati stanziati negli ultimi cinque anni e per questo rientrano nel raggio d'azione della norma contro le delocalizzazioni contenuta nel decreto dignità. Tuttavia, di questi, solo 8 milioni possono essere revocati davvero perché si riferiscono allo stabilimento di Napoli. Gli altri 7 milioni sono invece relativi a investimenti su Melano (AN) e Carinaro (CE).
Un'eventuale cessione sarebbe comunque un passaggio delicato su cui il governo farebbe bene a vigilare. Sarebbe però consigliato scegliere un'atteggiamento adeguato a gestire una trattativa con degli investitori interessati: minacciare di farsi restituire incentivi senza prima verificare la fattibilità della richiesta potrebbe essere un boomerang, capace di scoraggiare potenziali acquirenti.