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A Roma funziona solo ciò che non finisce in mano a Raggi: il caso aeroporto

Lo scalo di Fiumicino si candida a diventare un’alternativa, sia per i servizi offerti ai visitatori sia per la sua posizione strategica, agli altri paesi del sud Europa

Roma. Per il secondo anno consecutivo, l’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino ha ottenuto il primo posto nella classifica ufficiale di “Airport Council International”, l’associazione istituzionale che rileva in modo indipendente il gradimento dei passeggeri nei principali aeroporti del mondo, e per provare a consolidare la posizione anche nei prossimi anni l'aeroporto di Fiumicino potrebbe puntare su un'idea interessante: la formula della città aeroportuale.

 

La formula in questione non è in realtà un’idea inedita. Per primo, a teorizzarne le caratteristiche è stato John Kasarda, esperto di infrastrutture per l’aviazione e lo sviluppo economico urbano, che ha coniato il termine “aerotropoli”. In Europa una delle prime esperienze è stata quella di Amsterdam, che dal 1993 ha un suo business center integrato con lo scalo aeroportuale e lo stesso schema potrebbe portare presto l'aeroporto della Capitale ad aggiungere ai suoi 40 mila addetti altre 5.300 persone, quando saranno pronti i primi edifici del progetto Hubtown, un polo a servizio delle imprese integrato con lo scalo in cui saranno disponibili postazioni per le aziende che cercano una sede strategica per i propri affari e anche spazi destinati a diventare incubatori di startup. A intrattenere la comunità che si svilupperà intorno ad Hubtown, non ci sarà solo il lavoro ma anche aree di ristorazione, supermercati, centri medici, spazi per lo sport e altre attività commerciali, servizi utili per la quotidianità e anche per soggiorni più lunghi. Un investimento che in totale costerà 190 milioni di euro e che servirà per far crescere il traffico aeroportuale, oltre che per stimolare il settore real estate e l’indotto su tutto il territorio.

 

Un’area di più di tremila metri quadrati sarà dedicata alla convegnistica, con un edificio a disposizione di grandi eventi. “Per una struttura come l’aeroporto, questo è uno sviluppo naturale che si integra con il contesto circostante – dice al Foglio Filippo Carbonari, direttore Real Estate di Adr – Roma è molto attrattiva per questo tipo di eventi, ma spesso non è semplice gestirli: il centro città diventa una zona sfavorevole se gli ospiti sono tanti, mente le strutture troppo isolate scoraggiano le imprese perché poco servite”. L’aeroporto di Fiumicino si candida così a diventare un’alternativa, sia per i servizi offerti ai visitatori sia per la sua posizione strategica, non solo rispetto alla città di Roma, ma anche rispetto ad altri paesi del Mediterraneo e al sud Europa. Fino a ora il traffico principale dello scalo è stato tradizionalmente quello leisure. Ora l’aeroporto punta a incrementare il volume dei passeggeri che si spostano per affari. Virginia Raggi ieri si è complimentata con l'aeroporto di Fiumicino per i risultati raggiunti. Ma forse la sindaca dovrebbe chiedersi se la funzionalità di Roma non sia direttamente collegata a tutto ciò che non passa tra le mani del sindaco.

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