Al G20 Stati Uniti e Cina tornano al dialogo: tolto mezzo ban su Huawei
Le due superpotenze sono ancora lontane dal trovare un accordo, ma il vertice di Osaka è servito a scongiurare una nuova ondata di dazi
Milano. Cina e Stati Uniti sono ancora lontani da un accordo che metta fine alla guerra commerciale, ma il G20 è riuscito almeno a smussare le tensioni scongiurando il passaggio a una fase ancora più aspra. Tanto è bastato per mettere di buon umore i mercati finanziari dopo un week end carico di aspettative per gli investitori, che dal summit di Osaka si aspettavano proprio un segnale di disgelo nei rapporti tra le due superpotenze. Così tutte le borse asiatiche reagiscono positivamente e anche i listini europei si lasciano trascinare, con guadagni superiori all'1 per cento come nel caso del Dax di Francoforte, essendo la Germania il paese europeo più esposto al fronte commerciale.
Il risultato più importante ottenuto per ora al G20 è che il presidente americano, Donald Trump, e il premier cinese, Xi Jinping, hanno concordato di non passare per ora all'ultima fase della guerra dei dazi, che avrebbe comportato aggravi su ulteriori 300 miliardi di dollari di beni cinesi andando a incidere molto sui prezzi finali di molti settori, fra cui quello tecnologico. Inoltre, è stato rimosso in parte il bando sul colosso cinese Huawei. Questo vuol dire che le imprese americane possono tornare a comprare componenti Huawei ma solo per produrre device a uso comune, senza tecnologia 5G. In cambio, la Cina acquisterà maggiori prodotti agricoli americani.
In Europa la svolta positiva sul fronte commerciale fa da contraltare ai dati macro non proprio brillanti che provengono dal fronte macro. L'attività manifatturiera della zona euro ha continuato a deteriorarsi a giugno per il quinto mese consecutivo. L'indice pmi manifatturiero elaborato da Ihs Markit è risultato pari a 47,6, pressoché invariato rispetto a maggio (47,7), e sotto il livello di 50 che indica un'espansione dell'attività economica. L'indice è risultato inferiore rispetto alla prima lettura (47,8). All'interno della Ue a 19 stati si registrano andamenti divergenti a seconda dei beni manifatturieri prodotti. Le aziende impegnate nel comparto dei beni di consumo registrano un netto miglioramento a giugno, il migliore dallo scorso gennaio. Al contrario, le imprese impegnate nella produzione di beni intermedi e beni di investimento hanno registrato una marcata contrazione.
Piazza Affari sale dello 0,4 per cento a metà mattina con lo spread che è in discesa intorno a 230 punti base. Per il mercato italiano c'è anche la buona notizia del tasso di disoccupazione, calato a maggio al 9,9 per cento, ma si guarda soprattutto al Consiglio dei ministri previsto per oggi, che si riunisce per approvare il documento per scongiurare la procedura d’infrazione sul debito pubblico. Domani la Commissione Ue darà il suo parere in merito al procedimento e poi sarà l’Ecofin, dell’8-9 luglio, a decidere se è il caso di dare il via operativo alla procedura.