In Lombardia la produzione industriale torna a calare dopo sei anni
I dati di Unioncamere sul secondo trimestre del 2019 fanno luce su un sistema in crisi. Ma non è una sorpresa
Sul Foglio, il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, aveva avvisato che l'ultimo anno in Italia era stato perduto per la crescita, tra errori e miopie di un governo litigioso che ha puntato solo su riforme recessive dimenticandosi del futuro. Ora, a certificare quell'avvertimento, sono arrivati anche i numeri, quelli sull'economia della Lombardia, che non solo si ferma, ma torna indietro di sei anni. Per la prima volta dal 2013 la produzione industriale lombarda registra un dato negativo. Lo attesta l'indagine di Unioncamere Lombardia sul secondo trimestre del 2019 realizzata su un campione di 2.600 aziende manifatturiere – di cui 1.100 imprese artigiane. Si registra un calo nella produzione dello 0,9 per cento dopo 24 trimestri di crescita, mentre il dato congiunturale segna una diminuzione dell'1,2 per cento. Arretrano 7 comparti su 13, e la contrazione maggiore si registra nell'abbigliamento (meno 9,7 per cento), area in cui si registra il più alto tasso di cassa integrati.
Per quanto riguarda la performance aziendale, la situazione è deprimente. Solo il 40 per cento delle aziende segnala una crescita, mentre il 43 per cento ha subito una contrazione. L'anno scorso la differenza tra crescita e contrazione era di 28 punti, oggi, anche se di poco, slitta in negativo. Allo stesso tempo peggiorano le aspettative per la domanda interna, che indietreggia di un decimale rispetto al 2018, e per quella estera, che registra una crescita infinitesimale (più 0,3 per cento). Stessa storia per le attese sulla domanda interna, su cui gli imprenditori non sono ottimisti. Per quanto riguarda la domanda estera si registra un pareggio (non accadeva dal secondo trimestre 2012).
Se si dà un'occhiata ai dati del primo trimestre 2019, ci si accorge che la produzione Lombarda stava già frenando da mesi. Non a caso il commento del presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, è pacato: “Dati che preoccupano ma non sorprendono”, ha detto. Secondo Bonometti, parte della colpa è da attribuire al governo: “La dipendenza dalla volatilità internazionale, l’incertezza generata dalla guerra dei dazi e il rallentamento del settore automotive avrebbero dovuto spingerci già da tempo a attuare politiche espansive per stimolare la domanda interna e aumentare la competitività delle nostre industrie, anziché mettere una tassa sulle auto prodotte in Italia”, ha affermato il presidente di Confindustria Lombardia.