Matteo Salvini e Giuseppe Conte (foto LaPresse)

I mercati reagiscono (male) alla mozione di sfiducia della Lega

Il Carroccio chiede di votare in Senato entro il 20 agosto per accelerare i tempi. Piazza Affari giù (meno 2,3 per cento) mentre lo spread sfiora quota 240 punti

Stamattina la Lega ha presentato in Senato la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. Toccherà adesso alla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama decidere i tempi della crisi. La Lega spera nel voto già a ottobre, per potere capitalizzare i consensi che, secondo i sondaggi, sarebbero oggi di poco inferiori al 40 per cento. Per questo motivo, Matteo Salvini vuole accelerare i tempi e chiede il voto in Senato “non oltre il 20 agosto”. Nella nota diffusa in tarda mattinata, la Lega dice che “troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all'Italia che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il paese e pensa solo alla poltrona". “No inciuci! No governi tecnici! No giochini di palazzo! L’Italia dei SÍ non aspetta, la parola subito al Popolo!”, ha twittato Salvini.

  

 

La parlamentarizzazione della crisi di governo, voluta e annunciata nella conferenza stampa di ieri sera dallo stesso Conte, ha complicato leggermente le intenzioni di Salvini, che avrebbe preferito le dimissioni del premier per evitare il confronto in Aula. Ora il leader della Lega dovrà presentarsi a Palazzo Madama e spiegare perché vuole fare decadere il contratto con il M5s.

  

 

I mercati intanto subiscono l’accelerazione della crisi politica. Mentre Piazza Affari perde il 2,3 per cento, stamattina lo spread tra Btp e Bund ha sfiorato quota 240, attestandosi a 239,8 punti base. Un aumento cospicuo, dopo la chiusura di ieri a 209,5. Anche il rendimento dei titoli decennali è cresciuto fino a raggiungere l’1,814 per cento. L'andamento dei titoli di stato, con i rendimenti in forte rialzo, sta penalizzando soprattutto le banche. Banco Bpm cede il 7 per cento, Bper il 5,5 per centp e Unicredit il 5,8 per cento. Ubi va giù del 6,19 per cento e anche Intesa Sanpaolo arretra di oltre il 4 per cento.

 

 

Entro oggi si attende anche il giudizio dell’agenzia di rating Fitch. Non è detto che le ultime evoluzioni del quadro politico influiscano sulla decisione dell’agenzia, ma potrebbero pesare sulle valutazioni di tipo prospettico, soprattutto in relazione al dibattito sulla legge di Bilancio per il 2020 che inizierà a settembre.