Patrimoniale no, grazie
Governo e programma: il dovere di rassicurare l’Italia sui prelievi alla ricchezza
Tra le promesse del governo Pd-M5s ne manca una, che invece riguarda il maggiore strumento di propaganda dell’opposizione, salviniana e berlusconiana. La promessa è che non si farà ricorso a imposte patrimoniali, come invece suggerisce il segretario della Cgil Maurizio Landini, e come in passato e con differenti modalità ha teorizzato il consigliere economico di Nicola Zingaretti, Antonio Misiani, che alla definizione del programma rosso-giallo prende parte. La patrimoniale in versione Landini colpirebbe non si sa in quale misura “il 10 per cento dei più ricchi”. Poiché se ci si riferisce al reddito si partirebbe dai 35 mila euro di imponibile, il segretario della Cgil intende la ricchezza finanziaria e in immobili. Ma le seconde case sono già gravate dall’Imu; quanto alle prime abitazioni si darebbe il colpo mortale a un settore che ha già perso il 30 per cento di valore. Guardando ai risparmi è difficile accanirsi su quelli non milionari. Anche perché già oltre 45 miliardi di “patrimoniali” gravano ogni anno sui contribuenti onesti, dal bollo auto alle imposte sui depositi bancari passando per Imu e Tasi. Gravano, appunto, e vengono utilizzati per spese correnti, non “per i giovani” o per “equità”.
Ma soprattutto ci si dovrebbero chiedere due cose. La prima è se esistono altre vie per non colpire chi paga sempre e per non aumentare una pressione fiscale già al limite: la risposta è sì. Si può bloccare da subito quota 100, misura inutile, costosa e che ipoteca il futuro proprio dei giovani. E si deve ricorrere alla tecnologia come dimostrano i 5 miliardi nel 2019 di gettito della fatturazione elettronica, il doppio del previsto: perché non si estende il più possibile l’obbligo di pagamento digitale? Oltre che aumentare le entrate salterebbero fuori molti evasori. La seconda domanda riguarda la tenuta politica di un’alleanza che già nasce con il marchio dell’opportunismo e rischia quello del massimalismo: la patrimoniale farebbe subito crollare il suo già fragile consenso. Impedirebbe il possibile appoggio su singole misure del centrodestra non populista del quale c’è invece un gran bisogno (rileggersi il gran discorso in materia di Silvio Berlusconi). E spalancherebbe le porte al ritorno di Salvini & Co. Dunque che si aspetta a sgombrare il campo dai sospetti?