Lady Spread “regala” un bonus da 50 miliardi al BisConte
Il differenziale con il Bund a quota 150. I mercati festeggiano il governo rossogiallo. Ma l’apertura di credito non è illimitata
Milano. Oltre sessanta punti di spread in meno fanno la differenza tra gli ultimi giorni del governo gialloverde e gli albori di quello giallorosso. Se fino a poco tempo fa gli analisti contavano quanta ricchezza ha bruciato l’Italia dalle elezioni del 4 marzo 2018, negli ultimi giorni hanno cominciato a misurare quanta ne ha creata la sola prospettiva di un esecutivo che scongiuri l’ipotesi di elezioni anticipate e restituisca stabilità al paese nel contesto europeo. Si tratta di un calcolo correlato a quella ricchezza finanziaria di famiglie e imprese che è più sensibile alle fluttuazioni di mercato, in particolare titoli del debito pubblico, obbligazioni, quote di fondi comuni, azioni e altre partecipazioni (incluse le società non quotate), ma questo è proprio il parametro scelto dalla Fondazione Hume fondata da Piero Ostellino e Luca Ricolfi per fare un raffronto tra ieri e oggi.
Nella settimana che va dal 23 al 30 agosto, cioè dopo che Matteo Salvini ha aperto la crisi politica ed è spuntata l’ipotesi di un’alleanza di governo M5s-Pd, famiglie e imprese hanno guadagnato 34,6 miliardi di euro. Se, invece, si considera l’arco temporale che parte dal 4 marzo 2018 al 30 agosto 2019 l’aumento complessivo di ricchezza è stato poco più di 36 miliardi, il che rende evidente che la quasi totalità della crescita è avvenuta nell’ultimo periodo. Questo si spiega col fatto che negli ultimi sette giorni di agosto i tre principali mercati italiani (reddito fisso, azionario e obbligazionario) hanno guadagnato complessivamente 46,1 miliardi di euro, Piazza Affari ha realizzato una crescita di 19 miliardi, il valore dei titoli di stato è salito di 18,2 miliardi, mentre quello delle obbligazioni è salito di di 8,8.
E l’ottimismo sui mercati sta continuando. Dopo il voto positivo della piattaforma Rousseau e nelle ore in cui il premier designato Giuseppe Conte saliva al Colle con la lista dei ministri, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è sceso a 150 punti base e Piazza Affari ha chiuso in rialzo dell’1,5 per cento. Ma quest’apertura di credito non è infinita né incondizionata. Alcuni analisti, pur prevedendo che il nuovo governo sarà più disciplinato dal punto di vista fiscale e filoeuropeo e pur apprezzando la scelta di Roberto Gualtieri al ministero delle Finanze, restano scettici per le diversità esistenti tra M5s e Pd. Quello che non è chiaro è se le politiche del nuovo governo saranno favorevoli al mercato.
Come sarà affrontato, per esempio, il tema della crescita dell’Italia? Secondo gli analisti Goldman Sachs “l’esecutivo M5s-Pd probabilmente faticherà a far approvare le riforme strutturali necessarie per aumentare a sufficienza la produttività e creare un circolo virtuoso di lunga durata necessario per un abbassamento consistente del rapporto debito pubblico-pil”. C’è da dire che questo governo parte con uno spread in forte ribasso il che rappresenta un vantaggio per un paese come l’Italia che, come osserva Bofa Merrill Lynch, è simile a un mercato emergente in quanto il costo del finanziamento fissato dai mercati del credito è essenziale per la performance economica, sia per le società che dipendono dalle banche per il finanziamento sia per il bilancio pubblico. Sempre Bofa ha calcolato che se per ipotesi l’intero stock dei titoli di stato a dieci anni venisse rifinanziato con aliquote inferiori (i rendimenti sono passati dal 3,5 per cento di fine 2018 allo 0,80 per cento) ci sarebbe un risparmio fiscale di 50 miliardi di euro. Quanto basta per scongiurare l’attivazione delle clausole di salvaguardia per il 2020-2021.