Mattarella salva Ilva, per ora
ArcelorMittal torna immune da azioni legali, solo i lavoratori possono scalfirla
Nell’ultimo giorno utile prima della fine del governo gialloverde e l’inizio di quello rossogiallo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto più urgente, quello dedicato alle “crisi di impresa”, che avrebbe altrimenti lasciato un’eredità più pesante della stagnazione economica sul nascente esecutivo del BisConte. Il decreto è stato pubblicato ieri sera in Gazzetta Ufficiale e potrà essere convertito in legge prima del 6 settembre, che è una data cruciale. Il decreto va infatti a modificare il più grande pasticcio del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che con il precedente decreto Crescita di fatto fissava la scadenza dell’immunità civile e penale per ArcelorMittal al prossimo 6 settembre, se nulla fosse cambiato la società avrebbe lasciato l’acciaieria Ilva destinandola alla chiusura: il governo aveva modificato una delle condizioni che l’aveva spinta a investire a Taranto un anno fa. Il decreto sulle crisi di impresa, ribattezzato “salva Ilva” (l’ennesimo salva Ilva), era stato approvato “salvo intese” e benché non sia stato convocato nessun Cdm successivo a quello del 6 agosto, con la crisi di governo in corso, un accordo tra ministeri è stato trovato facendo rimbalzare il decreto da un dicastero all’altro. In sostanza il Quirinale non ha tenuto conto dell’approvazione “salvo intese”. Come ci si aspettava il decreto ripristina l’immunità penale per Arcelor fino al 2023 quando devono essere conclusi gli investimenti in migliorie ambientali, il cosiddetto Piano ambientale. Il pasticcio giuridico di Di Maio è stato sistemato. Il successore Stefano Patuanelli punta all’approvazione del Parlamento prima del 6 settembre, domani o dopo. I 5s che volevano chiudere la fabbrica sono d’accordo? Arcelor prende atto ma fa notare problemi di gestione gravi. Vale la pena di rilevare l’ultima parte del decreto. “In ogni caso, resta ferma la responsabilità in sede penale, civile e amministrativa derivante dalla violazione di norme poste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”. Bisogna dedurre che i dipendenti di Ilva siano gli unici che possono adire il tribunale se viene minacciata la loro salute e la loro incolumità? Quindi i cittadini non avrebbero la stessa facoltà? E’ vero come dice Massimo D’Alema che il 50 per cento degli operai vota M5s, ma che gli operai siano cittadini più uguali degli altri è una sorpresa.