Ecco le ricette di Gualtieri per conquistare l'Europa

Politica fiscale più espansiva, investimenti, lotta all'evasione e riforma di Dublino. Il “programma” del nuovo ministro dell'Economia anticipato due settimane fa al Foglio

Uno dei principali obiettivi in politica economica del nuovo governo rossogiallo sarà superare l'“eccessiva rigidità” dei vincoli europei in materia di politiche di bilancio. L'obiettivo è firmare una manovra espansiva, magari strappando nuovi margini di flessibilità per 0,4-0,5 punti di pil da sommare alla quota dello 0,18 per cento legato alle spese per il ponte Morandi e per il contrasto al rischio idrogeologico già inserito nel Documento di economia e finanza per il prossimo anno. Una partita da circa 10-12 miliardi che si giocherà nelle prossime settimane.

  

È questo il primo dei dossier su cui dovrà lavorare Roberto Gualtieri, il nuovo ministro dell’Economia. Gualtieri, esperto di banche e finanza e da due legislature presidente della commissione Affari economici dell'Europarlamento, è anche membro del gruppo parlamentare che si è occupato di Brexit. In Italia il suo non è un profilo molto noto, ma a Bruxelles Gualtieri è riconosciuto come uno dei politici più influenti della scorsa legislatura: il terzo su cento, per la precisione, secondo il centro studi Vote Watch Europe. Come ricorda Fubini sul Corriere, Gualtieri “fra sette giorni a Helsinki vedrà tutti i suoi colleghi europei e i commissari Ue e sonderà fin dove può spingere al rialzo, senza strappi dannosi, il deficit nel 2020. Quindi avrà due settimane per stendere una 'nota di aggiornamento' imperniata sul quel nuovo dato di disavanzo. Infine altre due per distribuire in Legge di bilancio i sacrifici inevitabili e i (limitati) benefici possibili”.

  

Le ricette di Gualtieri

Ma all'appuntamento di Helsinki Gualtieri arriva con idee molto precise, illustrate lo scorso 15 agosto in un'intervista al Foglio. Tema centrale della chiacchierata proprio la possibilità di fare un governo insieme al M5s. “In una situazione internazionale segnata dal rallentamento dell’economia, dalla volatilità dei mercati e dalla prospettiva di una possibile hard Brexit provocata da Boris Johnson, ma anche dall’opportunità di avviare la nuova legislatura europea con un cambio di passo, io dico che quelle condizioni bisogna verificarle”, spiegava Gualtieri. Poche settimane prima a Bruxelles, c'era stata l’elezione di Ursula von der Leyen grazie alla convergenza di M5s, Pd e Fi. “Con quel voto – diceva l'ex europarlamentare Pd – ha preso forma una sorta di ‘arco costituzionale europeo’ che potrebbe consolidarsi se il M5s scegliesse di entrare in uno dei gruppi proeuropei che siedono al Parlamento europeo. Naturalmente ciò che è avvenuto in Europa, con un ruolo importante del Pd a partire dall’elezione di Sassoli al negoziato programmatico con la van der Leynen, offre una premessa positiva, ma dobbiamo sapere che si tratta di una prospettiva ambiziosa che richiede dei passi rilevanti da parte del M5s, ma che io penso sia doveroso esplorare”.

 

 

E l'ampio orizzonte intravisto da Gualtieri poco più di un mese fa, sembra oggi un'opzione più che concreta visto che fonti del M5s al Parlamento europeo hanno fatto sapere che il partito è pronto “ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi”, con il quale dicono di avere “innegabili affinità politiche su svariati temi: ambiente, energie rinnovabili, lotta all'austerity, agricoltura biologica, acqua pubblica e infrastrutture utili ai cittadini”.

  

Il fronte del cambiamento nell’Ue

Nell'intervista al Foglio, Gualtieri aggiungeva: “Si deve concorrere a un cambio di indirizzo delle politiche europee, a partire da una politica fiscale comune più espansiva e dai punti qualificanti che su nostra richiesta sono entrati nel programma della nuova Commissione: piano di investimenti per la sostenibilità ambientale e sociale e l’innovazione, schema europeo di riassicurazione dei sussidi di disoccupazione, implementazione del pilastro sociale, lotta ai paradisi fiscali, rilancio della riforma di Dublino”.

 

Quello con il M5s, insomma, “deve essere un governo che ambisca a durare per l’intera legislatura, che possa rafforzare il fronte da Sànchez a Macron del cambiamento nell’Ue e al tempo stesso aumentare il peso del paese in Europa, a partire dall’attribuzione all’Italia di un portafoglio di peso come quello della Concorrenza”.

 

Paolo Gentiloni alla Concorrenza 

Proprio il portafogli che, stando a quanto riporta il Financial Times, sarebbe destinato a Paolo Gentiloni, che questa mattina a Bruxelles ha incontrato Ursula von der Leyen. Martedì prossimo verrà presentata a Bruxelles la squadra dei commissari, con i portafogli assegnati. Ieri si era parlato di Gentiloni agli Affari economici e monetari. La delega oggi detenuta dal francese Pierre Moscovici può essere cruciale per imprimere un nuovo corso all'Unione. Soprattutto in una fase in cui l'approccio della nuova Commissione europea appare meno rigido rispetto al passato. Von der Leyen, si è detta favorevole a una politica di bilancio accomodante e aperture sono arrivate anche da Christine Lagarde, presidente designata della Bce che succederà a Mario Draghi. E proprio Lagarde, poco prima che Giuseppe Conte ufficializzasse la nomina del nuovo ministro dell'Economia, aveva definito la possibile nomina di Gualtieri “un bene per l'Italia e per l'Europa”.

   

  

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