Liberi di pagare
Qualche verità sui pagamenti elettronici dietro al fanta-recupero dell’evasione
Immaginare di recuperare 7 miliardi di euro di evasione fiscale attraverso l’incentivazione di pagamenti elettronici è una stima spericolata, eppure è contenuta nella nota di aggiornamento del Documento programmatico di bilancio del governo Pd-M5s. Nella fantasia, che probabilmente testerà solo lievemente la pazienza di una più clemente Commissione europea, c’è una realtà indiscutibile e insieme una verità sottaciuta. La realtà indiscutibile è che in termini di penetrazione dei pagamenti con carta l’Italia è penultima in Europa, la verità sottaciuta è che questo avviene – nonostante – le commissioni per le transazioni siano tra le più basse d’Europa. Ovvero al contrario di quanto lamentano gli esercenti che si ritengono penalizzati da commissioni onerose per l’uso dei pos. Secondo uno studio Euromonitor del 2019 riferito al 2014 (ultimo anno disponibile), il livello di penetrazione dei pagamenti con carta in Italia è basso al 26 per cento mentre le commissioni pagate per le transazioni sono inferiori alla media europea, cioè dell’1,1 per cento contro l’1,2 medio. Solo la Germania ha una penetrazione inferiore all’Italia (17 per cento) e commissioni più alte della media (1,5). Che il costo delle commissioni per gli esercenti non sia una scusa valida per continuare a preferire i pagamenti in contanti a quelli elettronici lo dimostra il fatto che in gran parte dei paesi con elevate commissioni i pagamenti con carta siano molto più diffusi. Nel Regno Unito le commissioni sono sopra la media (1,3), ma è il terzo paese in classifica per diffusione dei pagamenti con carta (69 per cento). In Danimarca e in Finlandia le commissioni sono nella media, cioè un decimale in più dell’Italia, eppure i due paesi sono i primi per diffusione dei pagamenti elettronici, rispettivamente al 69 e al 74 per cento. In Svezia, poi, la commissione sulle transazioni è all’1,5 per cento, come in Germania, ma la penetrazione è alta (al 63). Se c’è un dato conosciuto è che un allineamento alla media europea comporterebbe un aumento del pil dell’1,1 per cento, secondo Moody’s. I negozianti che oppongono resistenza limitano la libertà dei consumatori di scegliere come pagare e, in qualche modo, lo sviluppo dell’economia. No scuse, grazie.