Cosa cambia per Piazza Affari il ritiro dell'offerta di Hong Kong per la Borsa di Londra
L'operatore asiatico rinuncia all'offerta da 36 miliardi di euro per il London Stock Exchange: le quotazioni dell'Lse sono crollate del 6 per cento
Milano. Hong Kong ritira l'offerta per la Borsa di Londra e le quotazioni del London Stock Exchange – che controlla anche il listino italiano – calano di colpo. L'idea di creare una delle prime piattaforme d'investimenti al mondo grazie alla fusione tra i due principali operatori di mercato asiatico ed europeo ha suscitato forti perplessità fin dall'inizio ai massimi livelli istituzionali in Gran Bretagna e il board dell'Lse il 13 settembre aveva respinto all'unanimità la proposta ritenendo, tra l'altro, inaccettabile la condizione posta dagli asiatici di rinunciare all'acquisizione di Refinitiv attraverso la quale Londra si avvia a diventare il principale concorrente dell'americana Bloomberg nella gestione delle informazioni finanziarie.
Questione di diversa visione strategica su come debba posizionarsi in futuro l'Lse, che gli asiatici vedono come un ponte di collegamento tra i mercati finanziari orientali emergenti, soprattutto cinesi, e quelli occidentali. Un approccio forse troppo aggressivo ai quali i britannici – nonostante il posizionamento dell'asse economico-finanziario della City nel sud est asiatico sia ormai in corso da anni – hanno dimostrato di non essere ancora preparati.
Se c'è qualcuno, però, che aveva scommesso sull'opa di Hong Kong, che avrebbe riconosciuto anche un discreto premio sul prezzo delle azioni, questi sono gli investitori del listino londinese che ora dovranno fare a meno del guadagno. Nel momento in cui si è diffusa la notizia che l'Hong Kong Exchanges and Clearing (Hkex) – che aveva messo sul piatto circa 36 miliardi di euro con l'obiettivo di 'combinare i due gruppi' e creare una delle prime piattaforme di mercati al mondo' – si era tirata indietro le quotazioni dell'Lse sono crollate del 6 per cento. Al contrario l'operatore asiatico ha guadagnato posizioni, segno che gli investitori trovano positivo il mancato accordo.
Il ritiro dell'offerta dovrebbe ridimensionare anche le preoccupazioni per Borsa italiana e la sua piattaforma Mts – considerato un asset strategico di rilevanza nazionale – su cui vengono scambiati i titoli del debito pubblico denominati in euro dell'Italia e di un'altra dozzina di paesi. In realtà, la questione resta aperta come si evince dal fatto che l'avvio di una valutazione a livello di Consob e Mef sull'eventualità che il governo italiano possa esercitare l'opzione Golden Power per Piazza Affari è antecedente all'offerta di Hong Kong per Londra ed è legata alla prospettiva di una Brexit senza accordo, che se avvenisse potrebbe avere conseguenze sul regolare svolgimento degli scambi.