Come cambierà la Bce dopo l'addio di Draghi
Il primo novembre si insedia Christine Lagarde. Al via la rotazione all'interno del board. I rischi per l'euro e i limiti dell'inflazione
Milano. Piazza Affari e le Borse europee sono tutte positive stamattina in attesa dell'ultima conferenza di Mario Draghi, come presidente della Bce, nonostante i dati dell'indice Pmi manifatturiero del quarto trimestre di quest'anno indichino che l'economia dell'Eurozona è rimasta vicino alla zona di stagnazione. Nella sua analisi mattutina, Intesa Sanpaolo ricorda che dopo l'ampio e controverso pacchetto approvato nell'ultima riunione di settembre, non si attendono annunci di politica monetaria, ma che le due principali misure approvate quest'anno – vale a dire la ripresa del Quantitative easing e un nuovo programma di prestiti agevolati alle banche (Tltro III) – devono ancora essere effettivamente implementate e ci vorranno mesi per valutarne i primi effetti.
La Bce, inoltre, deve gestire una intensa rotazione all'interno del comitato esecutivo: oltre a Draghi che sarà sostituito il 1 novembre da Christine Lagarde, il 31 ottobre diventano effettive le dimissioni dalla tedesca Sabine Lautenschlager, che ha deciso di lasciare con due anni di anticipo rispetto al suo mandato dopo l'ultima votazione sul Qe a cui aveva manifestato la sua contrarietà. Inoltre, il 31 dicembre finisce il suo mandato Benoit Coeuré: per la sostituzione è già stato indicato dal consiglio l'attuale direttore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, che però deve ancora superare il vaglio del parlamento europeo. Infine, per la poltrona della Lautenschlager è spuntata la candidatura dell'economista tedesca Isabel Schnabel, la cui nomina è ancora allo stadio preliminare.
Secondo Vincent Mivelaz, analista di Swissquote, società d'investimenti svizzera quotata alla Borsa di Zurigo, i contrasti emersi all'interno della Bce rischiano di avere un effetto negativo sull'euro. L'ultimo meeting dei banchieri centrali ha ridotto i tassi di deposito a meno 0,50 per cento e introdotto un nuovo round di acquisti di titoli al ritmo di 20 miliardi di acquisti che dovrebbe partire dalla prossima settimana. Nonostante questa decisione sia stata presa a maggioranza, la pubblicazione dei verbali della riunione ha fatto emergere che sette dei 24 membri del board hanno espresso la loro contrarietà. Tra questi i banchieri centrali di Francia e Germania che rappresentano i due maggiori paesi dell’area euro. "L’ingrossarsi delle file degli oppositori alla politica perseguita dalla Bce di Draghi, la cui legittimità rischia di venire messa in discussione dalla pubblica opinione e dalla politica dei singoli paesi, rappresenta certamente un viatico faticoso per la moneta unica", afferma Mivelaz in un report.
In prospettiva, comunque, il tema più urgente da affrontare per la Bce è quello della bassa inflazione, che rappresenta un limite per la politica monetaria. Il dibattito è aperto all'interno della banca centrale e, secondo diversi osservatori di mercato, sarà questa la sfida più urgente per il futuro presidente Lagarde, che dovrà gestire il pacchetto di misure varate sotto la presidenza Draghi ma avrà poi a disposizione strumenti limitati per affrontare il rallentamento economico dell'Unione europea che, tra l'altro, non aveva messo in conto la possibilità di una Brexit non regolamentata. In proposito, la ricetta suggerita dagli economisti di S&P è quella di ridisegnare l'indice dei prezzi al consumo includendo il costo delle case abitate dai proprietari (attualmente non viene fatta perché sono presi in considerazione solo i prezzi dei canoni d'affitto), cosa che consentirebbe di guadagnare 0,3 punti percentuali di inflazione e di rafforzare l'azione della banca centrale.